Sembra un fiaba: donne che tornano dal lavoro e si sdraiano sul divano, perché la cena è già pronta. Mentre i bambini giocano in giardino, sorvegliati da una persona di fiducia... Be', è quanto accade a chi abbandona il modo tradizionale di abitare a favore del co-housing. Di cosa si tratta? Di un insediamento di circa una trentina di famiglie che si sono scelte come "vicine di casa" e hanno dato vita a un "villaggio" dove esistono spazi privati (le abitazioni di ciascun gruppo familiare) e spazi condivisi (palestre, orti, giardini, lavanderie, nidi per i bambini, laboratori per il bricolage, camere per gli ospiti).
Le famiglie coinvolte decidono insieme come gestire gli spazi comuni e come aiutarsi a vicenda, per esempio con turni in cucina o di sorveglianza dei bimbi e degli anziani. L'idea che ispira il co-housing è quella di unire il concetto di privacy (non si tratta di una comune, ciascun nucleo familiare vive nel suo appartamento) a quello di socialità, sicurezza e risparmio. L'effetto è infatti quello dei quartieri di un tempo, dove ci si conosceva tutti e ci si aiutava a vicenda, sorvegliando anche le abitazioni dei vicini e i loro beni.
A questi vantaggi il co-housing aggiunge il risparmio sul costo della vita perché insieme si riducono sia il costo dei beni acquistati collettivamente che il ricorso a servizi esterni e gli sprechi. L'idea è nata ormai trent'anni fa in Danimarca, per diffondersi poi rapidamente Svezia, Olanda, Inghilterra, Australia, Giappone, Canada e Stati Uniti. In Italia si fa strada adesso (esiste anche un sito, www.cohousing.it), ma conta già numerosi sostenitori.
Gli inconvenienti? Pochi: trovare case già edificate che consentano la ripartizione degli spazi (privati e comuni) secondo i principi del cohousing e mantenere sempre i rapporti tra gli inquilini su un piano di parità (nessuno infatti può esercitare nessuna autorità sugli altri membri, ogni decisione è presa in comune). Per ovviare a quest'ultimo problema (reale: la litigiosità delle riunioni dei condomini normali insegna) è bene aggregarsi in cohousing tra gruppi di amici o di famiglie affini per interessi ed esigenze di vita.
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