Usare la pioggia, perché no? L’utilizzo dell’acqua piovana sta prendendo piede anche da noi. I motivi sono da ricercare nel rispetto verso l’ambiente e nel risparmio per le famiglie.
Consumi
In Italia consumiamo in media 200 litri d’acqua al giorno, metà dei quali se ne vanno per usi esterni come il lavaggio della macchina o lo scarico del wc. Il 40% dell’uso quotidiano è destinato all’igiene personale e il 5% all’uso alimentare, mentre la restante percentuale va in pratiche dove l’acqua potabile è un lusso inutile. Sostituire l’acqua prelevata dall’acquedotto con quella piovana, è prima di tutto la soluzione più logica.
Perché usare acqua potabile per innaffiare l’orto, lavare i pavimenti, alimentare la caldaia del ferro da stiro, o tirare lo sciacquone? Un esempio: ogni volta che viene premuto il pulsante del wc se ne vanno dai 6 ai 9 litri d’acqua, la stessa quantità che una persona nei paesi in via di sviluppo impiega mediamente per lavare, bere, pulire e cucinare nell’arco di un’intera giornata.
Lavatrici e lavastoviglie impiegano dai 15 ai 60 litri per ogni lavaggio, mentre per lavare l’auto con il tubo di gomma normalmente se ne vanno circa 500 litri. Almeno 10 litri servono invece a irrigare piante e giardino, ma il terreno apprezza di più l’acqua piovana dato che non contiene cloro e calcare che ne danneggiano la flora batterica.
Raccolta dell’acqua piovana
Quantità enormi, e sprechi inutili, se pensi che basterebbe dotarsi di un serbatoio per la raccolta dell’acqua piovana che servirà a tutti questi usi. Ci si può accontentare anche di una pentola o secchio sul terrazzo di casa per raccogliere l’acqua che impiegherai ad esempio per bagnare le piante. In alternativa si può pensare a un impianto vero e proprio, che consiste in un serbatoio di raccolta, una pompa ad immersione e un allacciamento in uscita.
Molte aziende offrono oggi sistemi per il trattamento e l’utilizzo delle acque piovane. Si va dai modelli più semplici, a quelli più complessi e costosi. Esiste una varietà vastissima di soluzioni che vengono incontro alle nostre esigenze e alle caratteristiche dell’abitazione, sia che si tratti di appartamenti o abitazioni autonome con un ampio giardino. Indispensabili i filtri in entrata al serbatoio, che servono per depurare l’acqua.
L’importante è che la vasca per la raccolta dell’acqua sia al riparo dalla luce del sole, in modo che si mantenga chiara, fresca e senza odori, e che sia collegata almeno agli sciacquoni dei wc e all’impianto di irrigazione. I più ingegnosi hanno creato dei collegamenti ad hoc con lavatrici e lavastoviglie, ed impiegano l’acqua potabile esclusivamente per uso alimentare e igienico.
Risparmio totale
Tornare alle antiche tradizioni delle nostre nonne, quando l’acqua piovana era utilizzata per fare il bucato e addirittura per lavarsi i capelli, è ancora possibile. In sostanza, confrontata all’acqua potabile ha un costo irrisorio o nullo, è un risparmio per la natura grazie alla riduzione del “costo ambientale” dell’acqua potabile, ed è un gran contributo alla propria comunità e territorio.
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