Stirare è un’arte, ma anche un’attività che suscita passione o profondo odio. C’è chi trova rilassante trascorrere le ore con il ferro in mano e chi invece lo lascerebbe volentieri nel ripostiglio. In ogni caso a tutti piace trovare i propri capi d’abbigliamento ordinati e ben piegati e così, volenti o nolenti, qualcuno l’asse da stiro deve pur aprirlo.
Camicie, maglioni, cravatte... i capi d’abbigliamento sono tanti, fatti di tessuti diversi e ognuno richiede una certa conoscenza e abilità.Ma ecco con alcuni consigli pratici con cui stirare tutto nel minor tempo possibile senza rovinare i capi.
La regina dell’inverno è la lana, che va stirata a secco, solo a rovescio del capo e interponendo un panno umido tra il ferro e l’indumento.
Anche le fibre sintetiche necessitano di un panno umido tra ferro e tessuto, ma si possono stirare a vapore.
Per la seta naturale interponi un foglio di carta velina e stira sul dritto con ferro caldo senza ripassarlo troppe volte.
La seta fine richiede invece un panno di lana e si passa sul lato dritto mentre le pieghe della seta pesante si possono togliere solo lavorando a rovescio.
Sul velluto non appoggiare mai la piastra ma usa solo il vapore direttamente sul rovescio.
Un capitolo a parte meritano le camicie: il collo va stirato prima aperto e poi ripiegato mentre delle maniche si stirano prima le parti interne e poi tutto il resto. Il metodo classico impone di continuare con il retro del capo partendo dalle spalle, per poi passare alla parte aperta, facendo attenzione a non stirare i bottoni.
Infine un vecchio trucco inventato da chi ha poca voglia di destreggiarsi tra pieghe e vapore: per molti indumenti che escono dalla lavatrice la stiratura può concludersi sullo stendino. Pensa a mutande, canotte, magliette e calzini, sono tanti e noiosi da lavorare, puoi quindi risparmiarti la faticaccia e ottenere buoni risultati avendo cura di riporli ad asciugare ben stesi e senza pieghe.
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