Se pensi che anime e cartoni animati siano la stessa cosa, ci sono delle differenze che invece dovresti conoscere. In Italia, almeno, la distinzione tra le due tipologie è netta ed è facile da comprendere. Mentre in altri paesi del mondo è meno netta. Soprattutto nel luogo da cui deriva il termine "anime": Stiamo parlando del Giappone.
In Giappone, infatti, il termine anime è l'abbreviazione di animēshon, che significa animazione. E indica ogni prodotto animato, di qualunque tipo e provenienza. In Italia, invece, chiamiamo anime solo i prodotti d'animazione Made in Japan, destinati quindi sia ai bambini sia agli adulti. Mentre i cartoni animati di solito sono pensati per l'infanzia e la prima adolescenza, gli anime possono essere realizzati anche per spettatori più grandicelli. Gli anime, invece, per noi italiani sono semplicemente i "cartoni animati" giapponesi tratti dai manga.
In Italia la distinzione è netta, anche se non è sempre stato così. Negli anni Ottanta e Novanta i bambini di allora sono cresciuti con cartoni animati che erano tratti proprio da manga giapponesi. Prodotti un po' edulcorati per la distribuzione nel nostro paese, visto che spesso non erano pensati all'origine per il pubblico di giovani telespettatori a cui invece erano proposti sulla tv italiana nella versione animata. Oggi, quelli che un tempo chiamavamo cartoni animati e che erano tratti da manga giapponesi, finiscono tutti sotto l'etichetta di anime.
L'anime si differenzia dai cartoni animati anche per lo stile di animazione tipicamente giapponese con disegni vivaci, colori intensi, personaggi iconici e anche storie spesso fantasy. Ogni anime si sofferma principalmente sulla descrizione dei personaggi, che indaga in modo approfondito. Mentre i cartoni animati di solito sono incentrati sull'azione e sulla storia, tralasciando un po' le caratterizzazioni dei protagonisti, che risultano quindi più deboli.
Piccole differenze che i puristi del genere tendono a sottolineare, per non confondere i due generi.
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