BENESSERE
Gli effetti benefici di un sorriso sono noti a tutti. Chi non ricorda Robin Williams nei panni di Patch Adams ripetere che “la buona salute è una questione di risate”? La riso terapia è nata nei primi anni Settanta e da allora si è fatta strada in lungo e in largo coinvolgendo specialisti, educatori e famiglie. Insomma, non si è mai smesso di studiare e di arricchire di nozioni quella che viene denominata “cultura del sorriso”, prezioso bagaglio di conoscenze utilizzate anche in ambito medico.
Ridere riduce il fattore stress, rafforza il sistema immunitario e contribuisce all’abbassamento della pressione. È paragonabile, nei suoi effetti, a una seduta sportiva e, udite udite, stimola persino l’appetito. Ecco i risultati “miracolosi” dichiarati veritieri dalla Loma Linda University, in California. Le conclusioni scientifiche, già dedotte da studiosi e promotori della teoria più di trent’anni fa, sono il frutto di sperimentazioni condotte su una ventina di pazienti diabetici curati a divano e film comici.
L’esito dell’analisi dei campioni di sangue prelevati, prima e dopo il trattamento, è schiacciante: miglioramento nell’equilibrio ormonale, riduzione consistente di cortisolo ed epinefrina, indici di stress, e tangibile aumento di appetito dovuto al giusto mix di leptina e grelina.
Proprio l’alimentazione è un fattore da non sottovalutare. Se è vero che la risata stimola l’appetito, dobbiamo fare attenzione alla qualità dei cibi consumati e scernere quelli semplicemente dannosi da quelli in grado di stimolare il buonumore e, di conseguenza, il sorriso.
Sì a carboidrati complessi, quali pasta e cereali e agli alimenti ricchi di serotonina, la cui mancanza è riconducibile alle cause della depressione. Tra essi troviamo la frutta (avocado, ananas, arachidi, banana, kiwi, noci e prugne) e la verdura, melanzane e pomodori in primis.
Un no secco, invece, agli zuccheri. A discapito dei falsi miti, infatti, alimentarsi con una grande quantità di zuccheri comporta, oltre che un calo delle difese immunitarie, un aumento di peso, con un conseguente senso di frustrazione e l’ingresso in un circolo vizioso.
Ridere a crepapelle per almeno cinque minuti al giorno è la prescrizione medica consigliata per mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato, in armonia con l’intero organismo. Per farlo, però, è importante non tralasciare una fase di allenamento, perché a ridere, in fin dei conti, si può anche imparare.
- FASE 1: La respirazione. Respira profondamente per almeno tre minuti concentrandoti sul movimento del diaframma e sul ricambio delle riserve di aria nei polmoni.
- FASE 2: La stimolazione. Batti le mani, ritmicamente, accompagnando il gesto con alcuni vocalizzi (Ho-Ho, Ha-Ha-Ha). La fase, se ripetuta per quattro minuti circa, stimolerà l’energia personale.
- FASE 3: La simulazione. Ogni risata, della durata di quaranta secondi e intervallata da esercizi di respirazione, è impregnata su un tema. Alcuni esempi sono la “risata di benvenuto” (si ride inchinandosi in avanti, con le mani giunte), la “risata milk-shake” (si ride imitando il movimento di due bicchieri che vengono miscelati insieme, bevendone il contenuto) e la “risata graduale” (si ride gradualmente per arrivare a un boato di risata finale). La fase durerà il tempo di una ventina di prove.
La risata coinvolge quindici muscoli facciali, distende il volto rendendo più tonica e luminosa la pelle del viso, fa contrarre i muscoli addominali e pettorali contribuendo a elasticizzarli e tonificarli.
Cosa aspetti a farci sentire la tua risata e a lasciare campo libero al buonumore?
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