E’ quanto consiglia Johan Dorgan, ricercatrice del Fox Chase Cancer Center, a seguito di una lunga ricerca, durata ben 7 anni, effettuata sulle abitudini alimentari dei bambini e pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute.
300 giovanissime in età preadolescenziale, tra gli 8 e i 10 anni sono state sottoposte a una dieta di circa 1700 calorie giornaliere, un terzo delle quali derivate da grassi. Una parte di esse non ha cambiato le proprie abitudini alimentari, fungendo da gruppo di controllo, mentre la seconda parte ha ridotto la quantità di grassi assunti quotidianamente sostituendoli con le fibre. I risultati? In 7 anni la dieta magra ha fatto registrare una diminuzione dei livelli di ormoni femminili (estrogeni e progesterone), quando diversi studi hanno rilevato che elevate concentrazioni di questo tipo di ormoni favorirebbero l’insorgere di tumori al seno.
Sappiamo che gli ormoni sessuali svolgono una funzione regolatrice dell’evoluzione sessuale e dell’ovulazione nella donna. Ma non è ancora certo in che modo e se tali alterazioni ormonali favoriscano il cancro mammario. Esistono in ogni caso dei dati che collegano l’età della prima mestruazione (il menarca) e il livello di estrogeni presenti nel sangue, con il tumore alla mammella. Anche se nella ricerca americana l’età del menarca delle ragazze sottoposte a dieta e quella delle altre era pressoché la stessa, i riscontri ottenuti sui livelli di estrogeni meritano un approfondimento. Rimane in ogni caso decisamente importante educare i figli fin da piccoli a sane abitudini alimentari, che privilegino senz’altro le fibre contenute nella frutta e verdura a discapito dei grassi saturi. Un accorgimento valido non solo in territorio americano già famoso per le sue ipercaloriche diete, ma calzante anche per noi europei.
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