L’attacco di rabbia ha dei segnali ben precisi: fronte e delle sopracciglia si aggrottano, le pupille si dilatano, il cuore inizia a battere più velocemente ed i muscoli si irrigidiscono. E’ il corpo che si prepara all’azione ed all’aggressione!
Studi presso la Yale University School of Medicine hanno dimostrato che la rabbia è dannosa per il cuore in quanto altera il ritmo cardiaco e provoca aritmia.
Reprimere un attacco di rabbia è, però, altrettanto dannoso perché ciò può provocare l’insorgere di una serie di disturbi psicosomatici quali emicrania, pressione alta e persino indebolimento del sistema immunitario.
Ma qual’è allora il modo giusto per gestire la rabbia?
La rabbia di per sé non è né giusta né sbagliata: in quanto emozione bisogna imparare ad usarla ed a comprenderla. In generale esprimere la propria ira è salutare. Ma questo gesto può provocare problemi relazionali in quanto è un gesto socialmente poco accettato: la rabbia è infatti la riposta ad una dichiarazione di guerra e l’obiettivo è quello di annientare con le parole il nemico.
Inoltre sfogarsi aiuta ma spesso non risolve il problema in quanto il rapporto di fiducia , specie con le persone più care, può uscirne compromesso.
La cosa migliore è quindi imparare a convivere con la nostra rabbia per non farci dominare da essa. E’ un esercizio lungo che mette in campo la nostra forza di volontà.
La prossima volta che stai per perdere le staffe, fai un respiro profondo e, prima di esplodere, cerca di capire cosa ti irrita di più e se ciò che ti da veramente fastidio è la situazione che si è creata o piuttosto qualcosa collegato alla mancanza di momenti di soddisfazioni personali.
Quando sarai più calma prova ad esprimere serenamente i tuoi bisogni: in questo modo trasformerai l’ira in qualcosa di positivo. Cerca anche di ritagliarti degli spazi, fisici e mentali, tutti tuoi: saranno le tue "valvole di sfogo" dove poterti rilassare senza il rischio di sentirti giudicata.
E se invece ti capita di avere a che fare con persone che perdono le staffe di frequente? Ecco come devi comportarti.
Prima di tutto cerca di non assecondare le provocazioni: mantenere la voce calma e con un tono normale aiuta a non peggiorare la situazione. Prova a calmare l’altra persona facendolo sfogare o cerca di distrarlo: una battuta su qualcosa di estraneo alla discussione può infatti allentare la tensione.
Infine cerca di comprendere, per quanto possibile, il motivo dell’arrabbiatura ma se la persona non collabora, allora la cosa migliore è quella di lasciarla sola per ribadire, anche fisicamente, la distanza di vedute e sentimenti tra te e lui o lei.
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