Per l'occidente, che tanta importanza dà alla razionalità, meditare significa prima di tutto ragionare, pensare intensamente, rimuginare, perché si ritiene che la sede naturale dei pensieri sia la testa. Per l'oriente, invece, è possibile fare meditazione solo mettendo tra parentesi proprio il cervello. Dunque, per meditare, bisogna perdere un po' il controllo. Solo quando si è in questo stato possono emergere pensieri che non hanno necessariamente forma di parole, ma di immagini ed emozioni. E che nascono non dalla testa ma dal corpo. La meditazione è uno strumento di cambiamento perché ci rimette in contatto con la nostra energia vitale che è al di là delle parole e con un sapere che non è quello che deriva dalla razionalità e dal ragionamento.
Ideato nel secolo scorso da J: Schultz, il Training Autogeno può essere definito come la via occidentale alla meditazione. Alcune persone trovano indubbiamente delle difficoltà a creare all'interno della loro mente quel vuoto che la pratica richiede, perciò il Training Autogeno propone un percorso guidato in cui è sempre la sapienza del corpo ad emergere. Dopo essersi posti in uno stato di rilassamento, ci si concentra sui vari organi corporei, cercando di sentirli più con la percezione e l'intuito che non con uno sforzo mentale, e si lasciano emergere le sensazioni, i ricordi e le immagini che vengono sollecitate. Si impara così che si può meditare non solo con la testa, ma anche con il cuore, i polmoni la pancia e tutte le funzioni vitali.
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