Possono essere numerose le cause che fanno scattare immediatamente in viso il rossore. Si tratta sempre di un modo di manifestare le emozioni, certo. Ma esistono anche persone (e sono il 10% della popolazione mondiale, secondo gli studiosi) che vivono con ansia e fastidio il fatto che sul più bello il loro viso si accenda improvvisamente di un colorito più caldo.
Aggiungete a questo il fatto che il rossore si accompagna spesso a sudorazione del palmo delle mani, minor salivazione e aumento del battito cardiaco, e capirete perché per molti temere di arrossire diventa un'ossessione. Anzi, una malattia, per cui è stato anche trovato un nome: eritrofobia. Nei casi più acuti, chi ne è affetto evita perfino di uscire e non ama i rapporti sociali, nel timore di avvampare sul più bello per un nonnulla. È vero che visto dall'esterno il fenomeno non ha nulla di fastidioso. Anzi, assume persino connotati romantici (arrossire e abbassare lo sguardo ha sempre un che di seduttivo).
Ma certo chi ne soffre non ne trae alcun piacere. Cosa fare dunque in questi casi? C'è chi adopera fondotinta con maggior presenza di pigmenti verdi nella texture (come per la couperose), utili a neutralizzare il colorito troppo "fiammato". Ma il consiglio degli esperti è piuttosto un altro conoscere il fenomeno e scavare in se stessi per affrontarlo serenamente.
Diventare rossi se emozionati non ha infatti nulla di anormale: è un'antica eredità, che ci hanno tramandato i nostri antenati. In situazioni di pericolo ed emergenza, i vasi sanguigni si dilatano e affluisce più sangue in viso, che per questo si colora maggiormente. Insomma, è una sorta di segnale per marcare visivamente una situazione non abituale e dare l'allerta.
Sapere questo, e lavorare sulla propria autostima, può aiutare a superare il blocco dell'eritrofobia. Un altro valido supporto è minimizzare la situazione e le persone che si vanno ad affrontare, sdrammatizzando l'una e le altre. A volte però sono traumi personali di varia natura che accentuano la tendenza ad arrossire. In questi casi, e se il disagio assume forme patologiche, è bene ricorrere a uno psicologo specializzato.
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