Oggetti che a fatica trovano posto nella valigia ed al rientro delle vacanza finiscono il più delle volte dimenticati in fondo ad un cassetto o in qualche angolo sulla libreria.
Ma perché non sappiamo resistere alla tentazione di portare a casa un oggetto-ricordo?
Il meccanismo che ci conduce all'acquisto è lo stesso per il quale i primi esploratori tornavano dai loro viaggi pieni oggetti di valore: chi riporta un oggetto da un soggiorno all'estero vuole comunicare il fatto di essere andato in luoghi lontani e di essere ritornato sano e salvo.
Il souvenir ha anche la funzione di "rassicurarci": acquistare il sombrero in Messico, le nacchere in Spagna o l'antilope intagliata nel legno in Africa conferma la nostra visione del mondo, già esplorata più volte al cinema, in televisione o in foto, ed ora vissuta dal vivo.
Ma il souvenir ha un valore molto profondo: custodisce il ricordo di una esperienza importante per noi. Poco imposta se l'oggetto è di dubbio gusto, se non verrà mai usato o finirà in cantina perché quell'oggetto ha valore proprio nel momento in cui lo abbiamo trovato ed acquistato: quello che conta è il fatto che ci rammenti momenti di gioia ed emozioni vissute proprio in quel viaggio lontano.
Per evitare che la mania di accumulare ci colga mentre siamo in ferie, cerca di fare in modo che a ricordaci queste vacanze siano solamente gli oggetti più belli.
Prova allora a portare con te un solo ricordo, possibilmente poco ingombrante: una conchiglia, un manufatto artigianale basteranno a ricordarci il luogo che hai visitato.
Butta senza esitazioni scontrini, dèpliant degli alberghi, cartine stradali, biglietti di spettacoli: eviterai di riempire casa tua di montagne di carta che poi non sapresti dove mettere.
Abituati a conservare il ricordo delle tue vacanze dentro di te e magari, se è possibile, cerca di ritornare nei luoghi che ti hanno dato più emozione e gioia.
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