Il talco si può usare tranquillamente o dovremmo prestare attenzione a questo prodotto solitamente usato per l'igiene dei più piccoli di casa? Forse è bene fare chiarezza, seguendo i consigli degli esperti, per capire se si tratta di un prodotto che possiamo continuare a usare o se è meglio limitarne l'impiego. Per farlo ci affidiamo a Fondazione Veronesi, che ha pubblicato recentemente un approfondimento sulle cose da sapere sul talco.
Fondazione Veronesi ha realizzato questo vademecum proprio perché nei primi giorni del mese di luglio 2024, la IARC, Agenzia Internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca sul Cancro, ha inserito il talco nel gruppo 2A delle sostanze probabilmente cancerogene (stesso gruppo, per intenderci, della carne rossa). Tutti si chiedono ora cosa cambia nell'utilizzo del prodotto: meglio evitarlo oppure no?
Ecco le cose da sapere in merito alla questione:
- Fino a poche settimane fa il talco apparteneva al gruppo 2B della classificazione IARC: era ritenuto di per sé non cancerogeno e possibilmente cancerogeno per il tumore ovarico
- Il talco è stato oggi riclassificato ed è finito nel gruppo 2A, quello dove è presente anche la carne rossa, come potenzialmente cancerogeno
- IARC sottolinea che il talco non è diventato più pericoloso: la riclassificazione è l'effetto dei maggiori dati che abbiamo a disposizione oggi
- La correlazione tra l'uso di talco e l'insorgenza di tumore ovarico dipende da tanti fattori, come la durata dell'utilizzo, la dose, la modalità di esposizione
- Spesso il talco è collegato all'amianto, perché entrambi possono trovarsi nelle stesse formazioni geologiche: il talco estratto dalle miniere può essere contaminato dalle fibre di amianto
- Il talco deve essere adeguatamente purificato per garantire la sicurezza dei prodotti venduti per uso personale: gli standard di sicurezza oggi sono molto elevati
- La FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, spiega che questa riqualificazione serve a dare maggiore consapevolezza ai consumatori: quello che sappiamo oggi è che è sconsigliato l'utilizzo all'inguine o a livello dei genitali
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