Capita a tutti di mettere in dubbio le proprie capacità. Per chi ne soffre gravemente, il rischio è quello di entrare in loop psicologico noto come sindrome dell’impostore. L’espressione sindrome dell’impostore è stata coniata dalle psicologhe americane Pauline Clance e Suzanne Imes e deriva dall’inglese impostor phenomenon.
Si riferisce ad una specifica situazione emotiva: una persona può sentirsi di non possedere abilità né conoscenze e nemmeno le capacità tali da giustificare i traguardi che è riuscita a raggiungere. Così, attribuisce il merito di tutto quello che ha ottenuto a fattori esterni. In sintesi, la persona che ne è colpito sente di non meritare il successo ottenuto.
In altre parole, è convinta di non avere competenze, capacità e risorse interne che gli hanno permesso di ottenere successo. Attribuisce, piuttosto, a fattori esterni la causa del successo; nella maggior parte dei casi riconduce il tutto alla fortuna. Tali persone sottostimano le loro capacità e risorse fino ad arrivare al punto di non sentirsi degni di ciò che hanno, credendosi appunto degli impostori.
Come si comporta e cosa pensa chi soffre di questa sindrome?
Le persone che soffrono di questa sindrome vivono costantemente la loro quotidianità con la paura di essere smascherati. Qualunque successo ottenuto sarà da loro minimizzato poiché non si sentono degni della riuscita.
Possiamo individuare un cluster di pensieri che la persona che soffre di questo disturbo ha su di sé, pensieri esprimibili in frasi quali:
- “Sono un imbroglione che prima o poi sarà smascherato”
- “Mi sento sempre sbagliato”
- “Ho uno scarso valore di me”
- “Ricopro questo ruolo perché non c’erano altri candidati”
- “Ho una grande fortuna”
- “Chiunque al mio posto sarebbe riuscito”
Per guarire bisogna seguire un percorso di psicoterapia.
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