Spesso sentiamo dire un'espressione davvero curiosa e magari l'abbiamo detta anche noi qualche volta. Ma qual è il significato dell'espressione "andare in brodo di giuggiole"? Se conosciamo le giuggiole, che sono un ottimo frutto da gustare come snack o da usare come marmellata, abbiamo sempre pensato che il brodo di giuggiole non esistesse, che fosse solo un modo di dire. Invece il brodo altro non è che un infuso alcolico a base di giuggiole e altri frutti autunnali.
Oltre alle giuggiole (qui la ricetta per preparare un'ottima marmellata) si usano anche l'uva e le mele cotogne, per ottenere un distillato da conservare e da gustare. Se l'espressione "andare in brodo di giuggiole", come si suggerisce la Treccani, significa "andare in solluchero, uscire quasi di sé dalla contentezza" . Dunque essere felici. E allora perché non provare a fare a casa questo distillato per andare davvero in brodo di giuggiole bevendolo?
Oggi ti spieghiamo come si prepara il brodo di giuggiole, anche se ovviamente non ha nulla a che vedere con il brodo come siamo abituati a intenderlo, visto che si tratta di un distillato alcolico a base di frutta.
La ricetta del brodo di giuggiole
Lava tutta la frutta e metti giuggiole, acini di uva, zucchero e acqua in una pentola a cuocere a fiamma bassa per un'ora.
Taglia a pezzetti le mele cotogne e togli la buccia dei limoni, conservando però la parte bianca. Aggiungi mele, scorza del limone e vino nella pentola, continuando a cuocere al massimo. Quando non senti più l'odore dell'alcol puoi spegnere il gas.
Filtra il composto ottenuto e fallo sgocciolare per una notte intera, coprendolo. Il giorno seguente puoi travasare il liquido in vasi sterilizzati con chiusura ermetica.
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