Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, istituito per ricordare lo stesso giorno del 1945 in cui l’esercito sovietico varcava i cancelli di Auschwitz e scopriva l'orrore del campo di concentramento più grande costruito dai nazisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Ogni anno il 27 gennaio torniamo con la mente alla Shoah, allo sterminio programmato delle popolazioni ebraiche di tutta Europa, al ricordo di tutte le vittime del nazismo.
È sempre difficile parlare di morte, terrore e persecuzione, figuriamoci se dobbiamo parlarne ai nostri bambini.
È però necessario e doveroso trasmettere loro i fatti storici, anche se brutali, che hanno condizionato così fortemente il nostro presente, perché ricordare, è un buon modo per fare sì che certi orrori non si ripetano.
Si può parlare della Shoah ai bambini? Sì, si può fare, ma si deve utilizzare il loro linguaggio e stare attenti a raccontare l'accaduto nella misura in cui il nostro piccolo possa comprenderlo.
Il tono
Shoah è un termine ebraico che significa «tempesta devastante». Parla della Shoah ai tuoi bambini, racconta con delicatezza -ma con fermezza- quanto è accaduto durante le due Guerre Mondiali, ma racconta anche com’è possibile fare diversamente per non commettere più gli stessi errori.
I mezzi
I libri, le illustrazioni, i documentari, i film ci vengono in aiuto. Spesso le immagini sono molto eloquenti e le storie aiutano a capire meglio i sentimenti.
I poeti, i narratori o chi l'ha vissuta davvero quella guerra sono persone in grado di trovare meglio di noi le parole per descrivere questo evento.
Per esempio se il tuo bimbo ha tra i 10 e i 14 anni puoi leggergli o fargli leggere Il Diario di Anna Frank e Se questo è un uomo di Primo Levi o fargli vedere il film Schindler's list. Se invece è più piccolo, potresti preferire film come La vita è bella o Il bambino con il pigiama a righe, tratto dal libro omonimo di John Boyne.
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