Fra pochi giorni la campanella della scuola suonerà per tutti gli studenti. I più felici, preoccupati, curiosi, ansiosi saranno quelli che andranno alla prima classe della scuola primaria di primo grado. Il passaggio dalla scuola dell’infanzia a quella elementare è spesso preparato dalle insegnanti della scuola materna in modo che i bambini vi giungano già predisposti ed informati. Questo normale momento di crescita e di distacco dalla famiglia viene vissuto dal bambino in modo diverso e per alcuni compaiono piccole paure, incertezze e qualche difficoltà d’integrazione.
Particolarmente soggetti a situazioni di disagio sono i bambini più piccoli di età, ma anche quelli più timidi o introversi i quali possono vivere questo cambiamento in modo più ansioso. Questo stato di disagio può favorire la comparsa di disturbi somatici come inappetenza, mal di pancia o di testa, nausea, risvegli notturni o anche fenomeni regressivi che non devono allarmare eccessivamente il genitore in quanto tendono a mutare spontaneamente appena il bambino acquisisce maggiore sicurezza.
A volte questi stati d’animo nascono per paura di fallire o di non riuscire a corrispondere alle aspettative di genitori o insegnanti. La famiglia deve accompagnare l’inserimento del bambino a scuola dando le giuste informazioni per non alimentare preoccupazioni inutili, meglio lasciare che sia lui stesso a sperimentare questa nuova situazione, mamma e papà possono sempre correre in suo aiuto qualora sia necessario.
Rapporto con gli insegnanti, aspettative dei genitori, il rispetto delle attitudini e delle potenzialità dell’alunno sono alcuni degli ingredienti che determinano il buon successo dell’ingresso a scuola. I genitori che scelgono d’inserire il bambino nella scuola elementare a 5 anni devono valutare con attenzione il suo stato di maturazione. Le maestre della scuola materna devono valutare l’acquisizione dei prerequisiti indispensabili per un normale inserimento, eventualmente si può chiedere anche il parere di uno psicologo o del pediatra nel caso ci siano particolari comportamenti da evidenziare.
Negli ultimi anni la scuola cerca di accogliere l’alunno verificandone non solo l’apprendimento, ma anche il benessere fisiologico. Grazie a queste attente osservazioni sono emerse particolari patologie che in passato non venivano riconosciute. Il 2% dei bambini di età inferiore ai 6 anni sviluppa un problema di disattenzione, impulsività e iperattività, conosciuta come ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), una problematica che rende difficoltosa qualsiasi tipo di socializzazione.
Il bambino che presenta queste caratteristiche, non facili da diagnosticare in quanto spesso mescolate ad altre patologie quali ansia e depressione, hanno difficoltà a rimanere seduti al banco, infastidiscono insegnanti e coetanei, offendono e minacciano con facilità le persone vicine. Questi soggetti hanno intelligenza e caratteristiche fisiche e mentali nella norma ma possono accusare dislessia, disgrafia e discalculia e vanno quindi seguiti con attenzione perché tali deficit non aggravino il percorso scolastico appena iniziato.
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