Tredici settimane, di fila, una dopo l'altra: è il tempo in cui d'estate i ragazzi non sono a scuola. E sono dunque affidati interamente alle cure della loro famiglia. Che ahimé, raramente ha a disposizione tanto tempo libero (va anche detto che vacanze estive tanto lunghe, in tutta Europa, le hanno solo gli studenti di Turchia, Estonia, Lettonia, Lituania, Islanda e Romania). Si pone dunque il problema: a parte le due o tre settimane in vacanza con i genitori, come tenere occupati i figli?
Dove mandarli durante il giorno? Per chi non ha la facile soluzione di nonni ancora in gamba, e soprattutto desiderosi di occuparsi dei nipotini, è un continuo arrovellarsi. Perfino i nidi chiudono per due mesi e mezzo, seguendo un modello di vita familiare anni Sessanta ormai superato (quasi tutte le mamme ormai lavorano e le baby sitter sono assai costose). Parecchie città del Nord Italia (Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze) e la Capitale per fortuna organizzano fino a luglio attività disparate per i ragazzi, a costo zero per i redditi più bassi. Ma, se non si vive in queste città, si può provare a rivolgersi a vari enti, che propongono corsi, campeggi e ritrovi per i giovani, a costi di solito contenuti.
Se i propri figli sono amanti dello sport, si possono scegliere i corsi organizzati con discipline di ogni tipo e prezzi più che accettabili; chi è patito della natura può partecipare ai campi estivi dell'Agesci e diventare boy scout, o optare per il WWF e i suoi campi avventura. Ancora natura, magari a bordo di barche a vela, con Legambiente.
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