I giochi immaginari fanno in modo che il bambino esterni emozioni, tensioni e preoccupazioni della nuova realtà in cui vive tutti i giorni. Il piccolo crea una figura che non esiste nella realtà ma con cui parla e gioca come se esistesse per davvero. In questo modo tutti i problemi vissuti vengono accantonati per sperimentare un "rapporto" nuovo e fatto a modo suo, senza le ansie che capitano con gli altri bambini, ad esempio, andando a scuola.
Anche l'assenza dei genitori, impegnati quotidianamente al lavoro è un motivo che spinge il bimbo a crearsi un amico immaginario. Ma la fantasia infantile non deve essere un elemento di preoccupazione, infatti, è lo stesso bambino che racconterà ai genitori le sue imprese con il nuovo amico.
Mamma e papà non si devono spaventare e nemmeno sgridare il bambino vietandogli di parlare con l'amico immaginario. Ma allo stesso tempo non si deve comunque enfatizzare la nuova presenza, infatti, questa svanirà nel nulla da sola, senza interventi esterni. Molto importante è offrire, comunque, occasioni di confronto con i coetanei per fare in modo che il bimbo affronti più serenamente il rapporto con gli altri coetanei.
Nel caso in cui la presenza dell'amico immaginario sia costante, portando il piccolo a continui isolamenti, allora è importante indagare sui reali disagi sofferti. Uno psicologo dell'età evolutiva può essere un ottimo aiuto per capire meglio i bisogni del proprio figlio.
(Fonte, QuiMamme, Donna&Mamma)
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