Il senso di colpa non si è ancora sviluppato, per cui non capiscono la differenza tra un danno compiuto "per sbaglio" e uno intenzionale. Temono di perdere l'affetto dei genitori se li vedono arrabbiati e questo li induce a non raccontare la verità.
Crescendo poi, i bambini scoprono il potere della bugia: comprendono che esiste una sfera privata, che non tutto va svelato per forza. Non si tratta più di semplici scuse o di confusione tra realtà e fantasia (come invece avviene nel periodo evolutivo precedente), ma del tentativo deliberato di ingannare l'adulto, di solito per evitare una punizione.
Ma come si possono riconoscere le bugie? A volte l'indizio è in ciò che il bambino dice, il racconto è troppo strano, incoerente o direttamente contraddetto da fatti evidenti. Altro campanello d'allarme è dato dal suono della voce, dall'espressione del viso, il movimento delle mani che non corrisponde alle parole, una risatina fuori luogo. Il mentitore può inoltre avere un'aria colpevole, intimorita o troppo eccitata per essere del tutto credibile.
Massima cautela quindi, senza drammatizzare. Le menzogne infantili possono essere semplicemente una fase transitoria, oppure evolvere in un modello stabile di condotta; se ci si accorge quindi che il bambino dice spesso bugie non è il caso di aspettare per vedere se la cosa passa da sé, ma è meglio cercare di capirne le ragioni.
(Fonte, Donna & mamma)
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