NEONATO

Parto oltre il termine

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L'attesa del lieto evento si prolunga oltre il compimento delle 40 settimane di gravidanza? Scopri perché e quali metodi vengono usati per indurre il parto.

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Il termine è passato...

Se allo scadere delle 40 settimane di gestazione il pupo non nasce la mamma inizia ad agitarsi, per non parlare del resto della famiglia! Mantenete la calma, succede a circa il 5% delle madri di partorire in ritardo, e i motivi possono essere molti, primo fra tutti...

Un errore di calcolo
La data del parto viene calcolata ipotizzando che il concepimento avvenga 14 giorni dopo l'inizio dell'ultimo ciclo. Già, ipotizzando, perché non sempre l'ovulazione avviene regolarmente a metà mese in tutte le donne, e quindi il primo motivo del superamento del termine potrebbe essere semplicemente che il termine non è stato calcolato bene.
Pare anche che il primogenito sia di solito più propenso a restare ancora un po' nella pancia della mamma, rispetto ai figli successivi.

Il Fattore F: Familiarità e FANS
Statisticamente è provato che chi ha "familiarità" in parti oltre il termine, è più probabile che partorisca in ritardo. Ad esempio, tu, futura mamma: sei nata entro il termine o ti sei fatta attendere?
La seconda F cui fare attenzione è quella dei FANS. Hai utilizzato spesso FANS, ovvero gli antinfiammatori non steroidei come l'ibuprofene, nell'ultimo trimestre? 
Nati per attenuare l'infiammazione questi farmaci però bloccano la produzione di prostaglandine, che sono fondamentali nel favorire contrazioni e un principio di travaglio. Potrebbero perciò ritardare l'arrivo del parto.

In ospedale
Ogni reparto segue prassi e controlli differenti ma va comunque ricordato che in molti sostengono che un parto dopo 5-7 giorni dalla data prevista sia da considerarsi ancora totalmente nella norma. Molte strutture comunque effettuano controlli già a partire dalla data prevista ed eventualmente inducono il parto.
Citiamo solo alcuni dei metodi per farlo: il gel a base di prostaglandine, applicato ogni 6-8 ore fino a un massimo di 3 volte; la rottura del sacco amniotico; e come ultima soluzione dell'ossitocina via flebo, un ormone che induce le contrazioni uterine.

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