Genitori sempre di corsa, bambini sballottati da una lezione di scherma a un allenamento di calcio, passando naturalmente per l'inevitabile ora di lingua inglese? Se questa è la rappresentazione abbastanza fedele delle vostre giornate tipo, fate una pausa, respirate profondamente e sappiate che sempre più si sta diffondendo il principio dello Slow Parenting. Ovvero, del prendere la vita da genitori con più calma e filosofia (e di conseguenza, rendere così anche quella dei vostri bambini).
A pensarlo così (e a diffonderne il verbo) è il giornalista canadese Carl Honoré, che all'argomento ha già dedicato il libro "Under Pressure" (sottotitolo: come salvare l'infanzia dai super-genitori). A fargli eco, anche l'altro scritto re inglese Tom Hodgkinson, con il suo libro intitolato "L'ozio come stile di vita".
L'idea di base è che l'iperattività rende il bambino ansioso e aggressivo. Un esempio sono le risse e le tensioni che si scatenano alle gare dei piccolo: invece che pensare a divertirsi serenamente, il clima è di agonismo e competizione crudele.
Atmosfere che non fanno affatto bene ai bambini, cui necessitano invece la spontaneità e la serenità del gioco. Secondo i sostenitori dello Slow Parenting, invece, persino un po' di noia può essere positiva (e dunque la giornata del bambino non va riempita costantemente di attività), perché stimola le capacità creative e l'individualità.
Qualche consiglio per non essere genitori affannati, e assaporare le gioie Slow? Be', lasciare i bambini spesso in pace, rifiutare il consumismo imperante, riempire la casa di musica e risate e attardarsi di più, quando è possibile, a letto. Genitori e bambini, naturalmente...
Condividi