DONNE E LAVORO

Anna: “Non pensavo di essere una donna così determinata”

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Periodi difficili e grandissime rivincite. La storia di Anna dimostra che quando la vita rema contro, una nuova opportunità professionale può essere l’inizio per riprendere in mano la propria vita.

A volte pare proprio che sia impossibile avere il controllo sulla nostra vita, quando le circostanze remano tutte contro di noi e nulla sembra andare come dovrebbe. La storia di Anna dimostra però che anche le più grandi difficoltà possono essere superate, con la forza e la determinazione che caratterizza noi donne.

Anna, di Cardito (Napoli), ha 36 anni quando scopre di soffrire di artrite reumatoide, una malattia invalidante che la blocca a letto per diverso tempo. A un certo punto però qualcosa nella sua vita inizia a cambiare: Anna comincia a risollevarsi e reagire a questa situazione, aiutata soprattutto da una nuova opportunità lavorativa come Consulente Culinaria per l’azienda Tupperware.

Che impatto ha avuto la diagnosi di malattia sulla tua vita?

Direi non da poco. Sono stata costretta a casa proprio nel momento in cui i miei figli stavano crescendo e io cercavo di riprendere in mano la mia vita, dopo tanti anni come casalinga. È stato un colpo che ho superato un po’ per volta, dopo un primo periodo di frustrazione. Ma non ero e non sono tutt’ora una donna che si dà per vinta: ho combattuto per riprendermi la mia felicità. 

Quando hai cominciato a reagire?

Quando ho capito che, nonostante i numerosi interventi e le cure non sempre efficaci, potevo ancora essere la donna che ero prima della diagnosi. Ho avuto un grosso supporto da mio marito in questo. Lui mi ha aiutata a vedermi di nuovo bella e dopo i primi anni di malattia ho ricominciato a uscire e a incontrare persone. È a questo punto che una mia amica mi ha proposto di partecipare ad un evento culinario Tupperware, reclutandomi poi nel suo gruppo di consulenti.

Pensi che il lavoro ti abbia aiutata a reagire?

Assolutamente sì. Sono dell’idea che il lavoro doni dignità alle persone e le renda libere di gestire la propria vita. E su di me ha sortito questo effetto: fare la Consulente Culinaria è davvero spassoso e si viene a contatto con molte altre donne con storie diverse. Quest’anno poi sono diventata capogruppo e questo mi ha dato ancora più carica: oltre ad organizzare gli Atelier, posso reclutare persone e aiutare ad esempio le studentesse che hanno bisogno di un’entrata extra.

Allo stesso tempo aiuto mio marito con la sua nuova attività, un pub in centro ad Aversa. Mi diverto a stare a contatto con i clienti e a cucinare per loro piatti originali, mi sento indispensabile e questo mi dà la forza per affrontare ogni giorno, anche quelli in cui la malattia si fa sentire di più.

Cosa ti sentiresti di consigliare alle donne che si trovano a dover affrontare una malattia?

Anche se all’inizio vi sentirete deboli ed impotenti non mollate: noi donne abbiamo un istinto di sopravvivenza molto spiccato e spesso troviamo dentro di noi risorse che mai avremmo immaginato. Circondatevi di persone che vi amano e amatevi tanto anche da sole: vi stupirete della vostra forza e di quanto in fretta riuscirete a reagire.

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