Quando facciamo quello che ci piace il tempo passa sempre troppo velocemente, ed eccomi qui a raccontare la prima settimana di un’avventura pazzesca che mi vede alunna del corso di Tecniche di Pasticceria presso l’Alma di Colorno.
Per come ero abituata, per me, finire un progetto significava chiudere il programma del mio computer e inviarlo via mail, poi magari alzarmi e andare a bere un caffè e fare due chiacchiere con i colleghi. Non avevo moltissima esperienza con la pasticceria, se non quella coltivata nella mia cucina mentre preparavo i miei brownies.
Quello che sto scoprendo qui in Alma, invece, è davvero quello che chiamano “il mestiere più bello del mondo”. Pensandoci, quanto può essere meravigliosa la “consegna” di un progetto che profuma di dolce, di ricordi e di qualcosa fatto con il cuore?
Ogni dolce è un progetto, è creatività, è tocco personale e amore se preparato per qualcuno, ma è anche tecnica, che qui in Alma è il focus dell’insegnamento.
La prima settimana a scuola non è stata però così semplice. Molti pensano che ormai il mondo della cucina sia quello che ci fanno vedere in televisione, il mondo degli Chef superstar. Da una parte lo è, perchè ormai, se vogliamo, è “di moda” occuparsi di cucina. Quello che si respira a scuola, però, è ancora legato a un mondo di “brigata”, di rispetto per gli insegnanti, e di rigore assoluto. Il vero spettacolo è quello che riusciamo a creare con pochi semplici ingredienti, e ogni volta, vedere qualcosa che prende forma e che inebria l’aria di un profumo meraviglioso, è una grandissima emozione.
Così come ritrovarci tutti quanti insieme durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, con un mare di teste che indossano la toque, l’augurio alla carriera del Maestro Gualtiero Marchesi e un abbraccio di Angela Maci. Ogni giorno, però, la divisa deve essere sempre in ordine, pulita e stirata, così come la borsa con gli attrezzi. I capelli raccolti e coperti dal toque, il cappello da Chef.
In classe si arriva sempre prima e si aspetta che entri lo Chef, che ancora non ho capito come fa a spaccare il minuto (credo che abbia un orologio interno magico, perchè io devo fare sempre delle gran corse!). I turni non sono sempre quelli canonici dalle nove di mattina alle sei di sera, ma spesso si inizia alle tre il pomeriggio e si finisce a mezzanotte.
Devo dire che la prima sera è stata dura, perchè non ero assolutamente abituata, ma piano piano ci si adatta e si entra nella routine di ogni pasticciere, che quasi tutte le mattine si sveglia prima dell’alba.
In classe, quando si dice “Sì, Chef”, è perchè si è realmente capito quello che lo Chef sta dicendo, le istruzioni che ci sta fornendo per eseguire un tipo di lavorazione, perchè poi pretenderà che si esegua tutto come da spiegazione, che vengano applicate le tecniche giuste e che si metta sempre quel pizzico di passione che è propria di ogni pasticciere.
Forse è davvero il mestiere più bello del mondo, e ne vale la pena. Alle volte sembra magia, perchè ci basta partire da farina, zucchero, e uova, nella loro forma e nella loro consistenza, e abbinarci altri ingredienti secondo la nostra creatività, per creare qualcosa di unico.
Un po' come essere a Hogwarts, ma della Cucina e della Pasticceria.
Condividi