Secondo molti racconti di viaggio, la prima sensazione del turista che arriva in India è quella di sentirsi un po’ assediato, ma poi ci si fa l’abitudine. In fondo accade così un po’ ovunque nel “sud” del mondo, dall’Africa al Sud America. Il tragitto dall’aeroporto all’albergo forse vi disturberà per il forte odore di smog, ma vi sorprenderà per la quantità indescrivibile di ogni sorta di abitacoli a due o a quattro ruote: biciclette, tricicli a pedale o a motore - dove vi troverete anche cinque persone a bordo - vecchie auto, taxi fatiscenti, camioncini e perché no, anche elefanti. E ovunque migliaia di persone che si muovono in continuazione in tutte le direzioni.
Buona parte dei racconti sull’India, raccontano che chi si muove su queste strade per la prima volta non percepisce più un senso di viaggio ma per un momento ha l’impressione che un avvenimento catastrofico stia spingendo tutta la città a spostarsi il più velocemente verso tutte le direzioni.
È probabile poi che tutto questo scompaia improvvisamente, magari in prossimità del vostro hotel, che ogni cosa diventi calma e rasserenante, che i rumori si plachino e che il verso di piccoli volatili prenda il posto degli incessanti clacson che avete ascoltato fin a poco prima.
L’india è la terra dei contrasti. Allo sfarzo di una monumentalità sontuosa fa da contraltare una povertà caotica e onnipresente. Le stanze ampie e luminose del vostro hotel, dopo il primo impatto con Nuova Delhi, vi rincuoreranno, facendovi lasciare alle spalle il tumultuoso e incalzante traffico il cui odore aspro arriverà fino in fondo al vostro odorato.
Probabilmente avrete fatto già pace con l’India alla vostra prima uscita, anche se in qualunque luogo religioso andrete dovrete ricordare di togliervi le scarpe e sentirete sotto i vostri piedi il caldo o il freddo della pietra insieme alla differente rugosità delle pavimentazioni. Se è inverno attenti ai raffreddori! Ma questa è l’India: prendere o lasciare.
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