GRAVIDANZA

Quando preoccuparsi per le perdite in gravidanza

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Ecco come gestire le perdite in gravidanza senza farsi prendere dal panico

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Avere delle perdite in gravidanza può spaventare, ma nella maggior parte dei casi è normale. Durante la gravidanza la cervice (collo dell'utero) e le pareti vaginali si ammorbidiscono e lo scarico aumenta per aiutare a prevenire eventuali infezioni che risalgono dalla vagina all'utero. L'aumento dei livelli di progesterone può anche farti produrre più liquidi. Da qui la comparsa di macchie che possono allarmare in ogni periodo della gestazione. Quando preoccuparsi, però, per le perdite in gravidanza?

Come cambiano le perdite

Le perdite in gravidanza sono frequenti e abbondanti, tanto che alla fine del terzo trimestre potrebbero essere confuse per urina. Nell'ultima settimana, potrebbero anche cambiare colore e contenere striature di muco denso e un po' di sangue. Questo è chiamato "tappo" e si manifesta quando il muco, che era presente nella cervice durante la gravidanza, si allontana. È un segno che il corpo sta iniziando a prepararsi per la nascita. Di solito si verifica con qualche giorno di anticipo rispetto al travaglio.

Quando vedere l'ostetrica o il medico

Si dovrebbe informare la tua ostetrica o il medico se le perdite vaginali aumentano molto durante i nove mesi di gestazione.  Se si ha un'emorragia vaginale in gravidanza, questa non va considerata come una perdita qualsiasi: bisogna contattare urgentemente il personale, poiché a volte può essere un segno di qualcosa di più serio come un aborto spontaneo o un problema con la placenta.

Le perdite normali sono:

  • chiare o bianche
  • non hanno un cattivo odore

Bisogna sempre avvisare il medico se:

  • la perdita è colorata (ad esempio di color verdastro o brunastro)
  • c'è sangue
  • ha un odore strano
  • si provano prurito o dolore in presenza delle perdite in gravidanza

Mai curarsi da sole: parliamo sempre con il medico ginecologo, il farmacista o l'ostetrica se pensiamo di avere un'infezione, come il mughetto, ad esempio.

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