MATRIMONIO

Perché si rompono i piatti dopo il matrimonio?

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Da dove è nata l'usanza di rompere i piatti alle nozze?

Le nozze sono un grande evento, che porta con sé tutta una serie di tradizioni e usanze, che a volte variano da regione a regione del bel paese. Per lo più si tratta di riti scaramantici, come quando si consiglia alla sposa di indossare qualcosa di nuovo, di vecchio, di prestato, di azzurro oppure quando si fa il taglio della cravatta dello sposo. Un'altra tradizione riguarda le stoviglie da infrangere. Perché si rompono i piatti dopo il matrimonio?

In Sardegna, ad esempio, è un'usanza molto sentita. "Sa ratzia", come si chiama l'abitudine di rompere un piatto ai piedi della sposa, è un rituale che viene eseguito nei minimi dettagli per portare fortuna ai futuri sposi. La pratica da seguire è la seguente: non sono ammesse variazioni:

  • il piatto da usare deve essere perfettamente integro, senza scheggiature o parti mancanti
  • il piatto deve essere nuovo e in ceramica
  • le madri degli sposi rompono insieme il piatto, lanciandolo su una superficie dura, così da augurare un futuro perfetto alla coppia
  • prima il piatto deve contenere riso, grano o petali, che simboleggiano la fertilità: questi oggetti vanno lanciati agli sposi prima di rompere il piatto

Sul quando eseguire questo rito non c'è, invece, una regola ben precisa: c'è chi lo fa quando gli sposi escono di casa, chi al termine della funzione religiosa, chi durante il banchetto al ristorante. Attenzione, però, perché se il piatto non si rompe al "primo colpo" non è un bel segnale: la coppia di sposi potrebbe essere destinata ad affrontare tanti ostacoli nella nuova vita insieme. Se non si rompe, bisogna ripetere la procedure finché non si frantuma. I cocci, infine, vanno lasciati dove sono, non si raccolgono.

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