La giornata della poesia 2022 si celebra ancora una volta, il 21 marzo, per ricordarci la speranza, la bellezza che pure c’è intorno a noi nonostante la cattiveria, il desiderio di rinascere e rinnovarsi. Vi proponiamo 5 componimenti da leggere, per fermarsi e gustare le parole che si susseguono.
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Giornata della poesia 2022: 5 componimenti da leggere
Ecco la selezione di versi da rileggere nel giorno dedicato alla poesia:
Chandra Livia Candiani
L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa cosí:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.
Derek Walcott
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.
Elena Mearini
Ho iniziato a frequentarmi
quando tutti hanno
smesso di farlo.
Alcuni giorni ero due,
certe sere diventavo tre,
la notte poi,
bastava non dormire
per farmi quattro a contare
le pecore dietro al pastore.
È generosa la solitudine,
ci moltiplica
per non lasciarci soli.
La luna di Kiev di Gianni Rodari
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.
Non trascurate la gioia di Franco Arminio
La gente si comporta
come se non fosse viva.
Non è da vivi
camminare per strada
senza la passione del guardare.
Non è da vivi
stare seduti a litigare
col proprio ronzio.
E poi che brutta cosa sciupare
la salute, ogni attimo senza malattia
dovrebbe essere divino.
Ecco, io già godo che fra poco torno a uscire,
vado a vedere un altro paese.
Ho capito che molti
hanno deciso di vivere da moribondi,
a questo punto l'ho capito.
Allora mi rivolgo solo ai vivi:
esultate per la cena,
per il sonno,
per l'abbraccio, cantate
al telefono e per strada,
cantate ogni parola
e ogni silenzio:
dove siete voi
nessuno si può permettere
di trascurare la gioia.
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