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Non solo carne
Durante le feste natalizie il momento centrale dei festeggiamenti coincide molto spesso con l’arrivo della seconda portata. E allora largo a capponi, arrosti e faraone cucinate in modo tradizionale, ma senza disdegnare qualche contorno originale e gustoso.
Ma non solo, la tradizione natalizia va ricercata anche nei piatti a base di pesce come il classico capitone oppure il baccalà serviti entrambi in vari modi a seconda della regione. Scopriamo insieme le portate regine della tavola e qualcosa in più sulla loro storia.
Il cappone
Compare nei negozi solitamente solo nel periodo natalizio e questo lo rende una scelta d’obbligo per il pranzo di Natale. Il cappone, cioè un pollo maschio castrato di circa sei mesi, è una vera delizia della tradizione gastronomica natalizia. La sua storia, infatti, risale all’epoca classica e in particolare a quella romana, dove risultava molto difficile allevare più galli nello stesso pollaio.
Il grande vantaggio del cappone è che la sua carne rimane molto morbida e non indurisce come quella del gallo. Questo piatto in Campania viene servito imbottito, in Liguria si preferisce lesso o magro, nelle Marche viene cucinato arrosto come anche in Piemonte mentre in Lombardia si prepara ripieno con il tritato.
Largo agli arrosti
Se come da tradizione alla Vigilia i piatti sono generalmente a base di pesce, il giorno di Natale è un vero trionfo di carne in molte ragioni. Oltre al cappone, infatti, vengono serviti diversi tipi di arrosti e in particolare faraona e agnello.
Un secondo tradizionale della Liguria, infatti, è proprio la faraona al forno con carciofi, mentre in Sicilia, Sardegna e Puglia la preferenza va all’agnello, cucinato arrosto con patate oppure con spezie e altri tipi di verdura.
Il capitone e il baccalà
La tradizione ha le idee ben chiare anche per quanto riguarda il pesce: a Natale, infatti, soprattutto nelle regioni del Sud non può assolutamente mancare il capitone. Questi non è altro che la femmina dell’anguilla e generalmente viene preparata in umido, arrosto, marinata, fritta o allo spiedo a seconda dell’abitudine culinaria.
In alternativa al capitone e più diffuso nelle regioni come Basilicata, Puglia, Lazio, Molise e Veneto viene preparato il baccalà. Questi, infatti, non è altro che il più comunemente conosciuto merluzzo bianco, conservato sotto sale, fatto essiccare e chiamato ‘stoccafisso’.
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