Matrimonio o convivenza? Quando una relazione si fa seria e stabile è frequente che si cominci a pensare ad una di queste due alternative. Può accadere già dopo qualche mese, oppure dopo qualche anno, in ogni caso è del tutto naturale che venga da riflettere spontaneamente su una possibile evoluzione del rapporto con la persona amata, sulla sua solidità e sul suo futuro.
La scelta di quale delle due strade intraprendere è evidentemente molto soggettiva, determinata e influenzata com’è tanto dal contesto culturale ed ambientale in cui si vive - sia sociale che familiare - quanto dai propri ideali e convinzioni - civili e politiche, anche - così come dal proprio credo religioso.
Insomma, a ben vedere, le variabili personali che entrano in gioco al momento di prendere una decisione del genere - ammesso la si voglia mai prendere! - sono davvero tante, ma proviamo a delineare i pro e contro del matrimonio e della convivenza. Per tentare quantomeno di chiarirsi le idee ed affrontare una simile scelta - in fondo, in ogni caso, bellissima - con consapevolezza e serenità, con il giusto grado di serenità ma senza eccessiva ansia!
Con i tempi che corrono, in un momento storico-sociale di instabilità economica ed insicurezza diffusa, la convivenza potrebbe apparire la scelta “finanziariamente” più saggia e psicologicamente meno impegnativa. Spendere per un matrimonio una cifra che sappiamo essere sempre considerevole, potrebbe essere poco allettante. Inoltre il pensiero che - sempre a causa di quel senso acuito di insicurezza - dopo qualche tempo il matrimonio possa fallire e si debbano affrontare altre spese di separazione e ricerca di un nuovo alloggio, può rendere la scelta ancora meno attraente.
In quest’ottica, la convivenza permetterebbe di rimandare a tempi migliori l’alternativa più “costosa” e consentirebbe nel frattempo di testare la solidità del rapporto, di rendersi conto se quella che si ha accanto è davvero la persona giusta con la quale voler trascorrere tutta una vita. Se così non fosse, separarsi non comporterebbe alcun costo, né alcun obbligo nei confronti del partner di fronte alla legge (se non nei confronti dei figli, qualora ci fossero).
È proprio questo, però, l’aspetto negativo della convivenza: da un punto di vista giuridico, il rapporto tra i partner di una coppia non sposata non è equiparato a quello di una coppia unita in matrimonio, nel senso che non gode degli stessi diritti, perché la convivenza non è riconosciuta civilmente. L'unico modo per ottenere una tutela – soprattutto dal punto di vista patrimoniale - è quello di stipulare un accordo, sotto forma di scrittura privata, che pùò essere redatto da un notaio.
D’altra parte, non è affatto detto che sposarsi subito spaventi per i motivi che abbiamo visto prima: da un punto di vista emotivo e psicologico, il matrimonio potrebbe contribuire ad accrescere quella sicurezza così carente al giorno d’oggi e a creare sin dall’inizio una situazione di solidità e fiducia che riduca al minimo la possibilità di ripensamenti ed inutili tentennamenti.
Queste riflessioni ovviamente presuppongono che il matrimonio sia l’ideale ambito, che sia l’obiettivo ultimo al quale si tende anche qualora si scelga un periodo iniziale di convivenza.
In realtà, per ragioni di diverso credo civile o religioso non tutte o tutti attribuiscono al matrimonio un valore fondamentale e in questo caso la convivenza risulta la naturale manifestazione dello stare insieme.
In fondo, se ci sono amore, fiducia e rispetto, cosa cambia avere un certificato di qualunque tipo che lo attesti?
Per questo né la convivenza né il matrimonio devono spaventare, perché se si arriva ad intraprendere uno qualunque dei due progetti di vita in modo naturale, sulla base delle proprie convinzioni, significa che entrambi rappresentano la realizzazione di un ideale personale!
In ogni caso, quel che è più importante - al di là di tante valutazioni - è parlare di tutto ciò col proprio partner, confrontarsi con le sue posizioni per individuare gli obiettivi comuni e poter infine compiere di comune accordo una scelta consapevole e serena.
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