Fare acquisti online è ormai un'abitudine irrinunciabile. Spesso siamo invogliati a comprare su siti internet a basso costo abiti, accessori, scarpe, oggetti per la casa e molto altro ancora. Abbiamo le garanzie di spendere poco, ricevere in tempi dignitosi la merce e, soprattutto, poter essere rimborsati se qualcosa non va, semplicemente rimandando indietro il pacco. Che viaggio fanno i nostri resi online una volta che apriamo la pratica per restituire quello che non ci piace o non cista?
Greenpeace Italia, in collaborazione con Report, ha deciso di tracciare il viaggio degli abiti che restituiamo con i resi sulle principali piattaforme di shopping online. Prima sono stati acquistati 24 capi tra Amazon, Temu, Zalando, Zara, H&M, Ovs, Shein e Asos. Quando il pacco è stato ricevuto, è stato chiesto il reso. Prima, però, di far ripartire il tutto, nei vestiti sono stati messi dei localizzatori Gps, così da tracciarne gli spostamenti.
Le mappe che sono emerse mostrano percorsi incredibili fatti da questi pacchi acquistati online e rispediti al mittente. Nella maggior parte dei casi, transitano a lungo in Italia, per poi andare in Spagna o in altri paesi europei e arrivare anche in Cina. In meno di due mesi, i pacchi restituiti con i resi online hanno percorso in totale ben 100mila chilometri, attraversando 13 paesi del vecchio continente e la Cina.
Secondo i dati emersi, ogni pacco ha viaggiato, tra prima consegna e successivo reso, quasi 4500 chilometri. Il tragitto più breve è stato di 1.147 chilometri, mentre quello più lungo di ben 10.300 chilometri. "I 24 capi di abbigliamento sono stati venduti e rivenduti complessivamente 40 volte, con una media di 1,7 vendite per abito, e resi per ben 29 volte. A oggi, 14 indumenti su 24 (pari al 58%) non sono ancora stati rivenduti", queste le parole di Greenpeace dopo aver pubblicato il rapporto.
Condividi