Jackie - il film di Pablo Larraìn in cui Natalie Portman veste i panni di Jacqueline Kennedy - esce nelle sale il 23 febbraio, giusto il tempo di vederlo prima delle premiazioni nella notte degli Oscar il 27 febbraio.
Potrebbe valere un'altra statuetta per la Portman, già vincitrice nel 2011 per il ruolo da protagonista in Black Swan. Comunque vadano le cose, Jackie è già stato degnamente applaudito all'ultimo Festival di Venezia – vincendo il premio per la miglior sceneggiatura - e la sua protagonista ha dimostrato fuori d'ogni dubbio d'essere un'attrice d'altissimo livello.
Un biopic su una figura femminile è cosa assai rara. Larraìn sceglie non solo di raccontare la storia di una donna che ha rivestito un ruolo storicamente rilevante, anche se apparentemente defilato, ma di approfondire proprio gli avvenimenti ben noti dell'omicidio di Dallas nel 1963.
Perché? Fino a quel momento Jackie era soprattutto Mrs Kennedy, una delle first ladies più giovani della storia, conosciuta soprattutto per la sua eleganza e per la squisita ospitalità negli incontri diplomatici ala Casa Bianca.
Il giorno dell'assassinio di JFK e nei giorni seguenti, Jackie compì scelte che cambiarono il modo in cui gli avvenimenti furono visti ed interpretati. In poche ore il suo mondo andò in frantumi: fu costretta a seppellire un marito, a dare ai figli piccolissimi la notizia che il padre non sarebbe più tornato a casa, a traslocare nel minor tempo possibile e a preoccuparsi che il ricordo di JFK non fosse cancellato in un battito di ciglia.
Larraìn e la Portman costruiscono un ritratto di signora intenso e lontano dagli stereotipi.
Il tailleur di lana rosa.
Il tailleur rosa confetto di lana bouclè di Chez Ninon - sartoria ultra chic di New York che imitava lo stile Chanel - è un abito entrato tragicamente nella storia. Jackie, dopo l'assassinio del marito, si rifiutò di toglierlo nonostante fosse sporco di sangue, cambiandosi solo una volta rientrata alla Casa Bianca per vedere i figli. Fu la prima delle sue intuizioni. Tenne l'abito per mostrare agli americani – e in mondovisione - il massacro che era stato compiuto a Dallas, il cui ricordo non voleva fosse cancellato immediatamente dopo il celere giuramento di Lyndon Johnson a capo di stato. Nel film, l'abito è il primo simbolo di un lavoro meticoloso di costruzione del mito di Kennedy. La breve opera di JFK non doveva essere dimenticata come quella di altri presidenti uccisi. Jackie studia il funerale di Lincoln per trarne ispirazione e sceglie personalmente il luogo di sepoltura nel cimitero militare di Arlington - a Washington - su una collina panoramica.
Natalie Portman e Jacqueline Bouvier.
Jackie era una donna graziosa ma non bella come Natalie Portman. Aveva gli occhi leggermente troppo distanziati, il viso largo. Era un tipo, non certo una bellezza classica. La Portman, con bravura mostruosa, riesce a superare l'aspetto estetico nonostante l'occhio della regia sia sempre sul suo viso in interminabili primi piani. Riesce, ad esempio, a trasformare la voce in un sussurro impostato che a tratti si incrina, come avviene inevitabilmente quando le emozioni scalfiscono l'atteggiamento composto della dama impeccabile. Il sorriso di Jackie, che ha caratterizzato tutte le sue immagini pubbliche durante il periodo della Casa Bianca, diventa un marchio di fabbrica con il movimento stereotipato con cui tira la muscolatura sopra gli zigomi.
Un'esplorazione della cultura americana.
Nel 1961 venne girato un documentario alla Casa Bianca. Jacqueline Kennedy faceva gli onori di casa mostrando nel dettaglio il massiccio lavoro di restauro che aveva portato avanti personalmente nella residenza presidenziale. Fino a quel momento, le first ladies si erano limitate a ben poche modifiche, eccettuate quelle necessarie negli appartamenti personali. La casa era scomoda ed impersonale. Jackie la rivoluzionò, facendone un tempio della cultura americana, recuperando arredi originali o filologicamente compatibili, ridestinando gli spazi e riorganizzando parte del cerimoniale dell'accoglienza degli ospiti. Larraìn utilizza alcuni filmati dell'epoca, sovrapponendo a Jackie la figura della Portman.
Jackie è ancora un'icona di stile?
Jacqueline Kennedy è stata un'icona mondiale per la sua classe ed eleganza. Nelle ultime scene del film, si scorgono i manichini dei negozi che imitano la sua pettinatura e i suoi abiti. Per decenni Jackie è stata una trend setter e ancora oggi le scelte estetiche delle consorti presidenziali si rifanno al suo gusto.
Jacqueline Bouvier era una donna molto riservata che suo malgrado si trovò sempre sulle copertine delle riviste. Grazie alla sua cultura, all'istinto e al suo passato come giornalista, fu sempre molto abile nella gestione della propria immagine pubblica.
Dal film, tuttavia, si evincono alcuni dettagli che la rendono ancora bizzarramente attuale nell'iconografia politica americana: si fingeva più ingenua di quanto non fosse in realtà, per non distogliere l'attenzione dal marito.
Solo due first ladies sono diventate celebri almeno quanto Jackie - Hillary Clinton e Michelle Obama - adottando un'immagine diametralmente opposta a quella della good wife anche se, per il vero, la Clinton dovette adeguarsi al modello Kennedy al momento dello scandalo Lewinsky.
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