FESTIVITÀ E RICORRENZE

Le maschere di Carnevale della tradizione italiana

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Raccontiamo ai bambini le bellissime storie delle maschere di Carnevale della tradizione italiana.

Le maschere di Carnevale piacciono a tutti. Perché travestirsi per un giorno all'anno è un'esigenza di grandi e piccini, per divertirsi a vestire i panni di un altro e giocare un po' di ruolo. Soprattutto i bambini adorano questa tradizione che in Italia è molto sentita. Non solo negli ultimi anni, ma da secoli. E infatti sono diverse le maschere di Carnevale della tradizione italiana che raccontano storie da tramandare alle nuove generazioni.

Ci sono maschere, infatti, nate in tempi antichi, mentre altre sono più recenti. Tutti rappresentano dei personaggi con caratteristiche che rimandano a diverse tipologie di persone: per questo ci piacciono così tanto. Di solito queste maschere sono legate a differenti città italiane. Da Nord a Sud sono molti i travestimenti che sono diventati delle vere e proprie icone, dei simboli importanti che si celebrano a Carnevale. Ecco i più importanti.

  • Arlecchino e Brighella, le maschere di Carnevale di Bergamo. Il primo era un bambino povero che non aveva un travestimento per la festa in maschera a scuola. Gli amici gli donano allora dei pezzi di stoffa di scarto colorati e la mamma gli crea un abito multicolor. Il costume di Arlecchino oggi è molto famoso. Per la commedia dell'arte il personaggio rappresenta un servo che non ha molta voglia di lavorare. Brighella, invece, è l'altra faccia della medaglia del servo, quello furbo che riesce sempre a imbrogliare chi gli capita a tiro.
  • Colombina e Pantalone, invece, sono le maschere di Venezia. Iniziamo da Colombina, moglie di Arlecchino. Adora gli intrighi e adora spettegolare. Pantalone è invece innamorato di lei: il ricco mercante maturo è famoso perché è molto avaro.
  • Meneghino è la maschera di Milano. Prende in giro i nobili, usa sempre la testa, è molto saggio.
  • Pulcinella e Tartaglia sono le maschere di Carnevale tipiche di Napoli. La prima è la più conosciuta, anche perché è una maschera storica. Come Arlecchino è il servo che non ha voglia di lavorare, ma è buono anche se combina sempre pasticci. Tartaglia è un uomo balbuziente, un avvocato pieno di sé.
  • Gianduja è la maschera di Torino, che rappresenta tutto il Piemonte. È una persona del popolo buona, che adora bere vino e mangiare. Sempre allegro, è famoso perché si distrae facilmente.
  • Capitan Spaventa è invece la maschera tipica della Liguria. Coraggioso e combattente, ha sempre con sé la sua spada. Ama vantarsi delle sue imprese. E non solo quelle sul campo di battaglia.
  • Sandrone è la maschera di Modena che rappresenta un contadino molto intelligente, che però non sa parlare italiano, anche se vorrebbe tanto.
  • Balanzone, invece, è la maschera di Bologna. È l'avvocato o il medico sempre pronto a dare consigli alle altre persone. Parla sempre tanto, forse troppo, anche se i suoi ragionamenti spesso sono incomprensibili.
  • Rugantino e Meo Patacca ci portano a Roma. Il primo è la maschera laziale più famosa, la guardia che parla sempre di giustizia. Mentre il secondo è il suo opposto, sempre pronto a dar vita a litigi.
  • Stenterello è la maschera di Firenze, persona saggia e allegra, ma decisamente sfortunata.
  • A Viareggio c'è invece Burlamacco, che rappresenta lo spirito del Carnevale.
  • Farinella è la maschera di Putignano, in Puglia.
  • Infine, Beppe Nappa è la maschera di Sciacca, in Sicilia.

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