Molto spesso le famiglie si chiedono se le attività sportive dei loro figli sono detraibili dai redditi. Esistono, in realtà, modelli messi a disposizione dall'Agenzia delle Entrate che spiegano cosa, come e a quanto si può detrarre, se i propri figli hanno fatto qualche sport durante l'anno precedente alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Le attività sportive sono detraibili, anche se con qualche piccola limitazione.
La normativa fiscale, infatti, prevede che si può detrarre una percentuale del 19% per tutte le attività sportive seguite dai ragazzi con età compresa tra i 5 e i 18 anni, per un massimo di 210 euro per ogni figlio, a patto che sia a carico del contribuente. La detrazione avviene tramite rimborso IRPEF sui costi sostenuti per iscrivere i nostri bimbi e i nostri adolescenti a strutture sportive specifiche e accreditate.
Sono detraibili le spese per attività sportiva svolta presso società e associazioni sportive dilettantistiche (ADS - Associazione Dilettantistica Sociale) o presso palestre, piscine e impianti sportivi dedicati alle attività dilettantistiche. Non sono detraibili le spese sostenute presso associazioni che non sono riconosciute dal CONI o non riportano la giusta definizione, società di capitali che organizzano attività di tipo professionistico, associazioni non sportive.
La detrazione è ben descritta all'articolo 15 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Dal 2023 c'è un nuovo modello 730 in cui è più facile inserire le spese sostenute per lo sport nell'anno precedente. La detrazione può essere richiesta per figli naturali, adottati, affidati e per tutti i ragazzi da 5 a 18 anni che siano fiscalmente a carico del contribuente che fa richiesta nella sua dichiarazione dei redditi.
Lo sgravio fiscale, invece, spetta per intero a chi è titolare di reddito non superiore a 120mila euro annui. Se il reddito è superiore, a detrazione diminuisce, arrivando a zero se questo è pari a 240mila euro.
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