Il Natale ortodosso è diverso dal Natale festeggiato dalla Chiesa Cattolica. Se per i fedeli credenti in quest'ultima fede celebrano la nascita di Gesù, figlio di Dio e della Vergine Maria, il 25 dicembre, per gli ortodossi il giorno da segnare come importantissimo sul calendario è quello del 7 gennaio. Questa differenza di data è presto spiegata: la Chiesa Ortodossa segue, infatti, il calendario giuliano e non quello gregoriano, introdotto da papa Gregorio XIII nel 1582, in sostituzione di quello ideato invece da Giulio Cesare.
Nel calendario gregoriano, i giorni tra il 5 e il 14 ottobre 1582 vennero "cancellati", quindi per gli Ortodossi quello che per noi è il 25 dicembre è, invece, il 7 gennaio. Stessa data, dunque, per le Chiese orientali cattoliche e per le Chiese ortodosse. Attenzione, però, perché non tutti i credenti in questa fede hanno deciso di adattarsi a questa nuova data, dal momento che in Grecia si festeggia nello stesso giorno del Natale cristiano, quindi il 25 dicembre di ogni anno.
In particolare, il Natale ortodosso viene celebrato in Medioriente, in Ucraina, in Russia, in Bielorussia, in Serbia, in Croazia, in Macedonia e anche dai Cattolici che vivono nell'Alto Egitto, mentre i cristiani del Cairo e di Alessandria d'Egitto hanno preferito usare la data del 25 dicembre per celebrare la nascita di Gesù.
Diverse anche le tradizioni. Prima di Natale si segue un periodo di digiuno e di preghiera di 40 giorni (come la Quaresima cristiana). Il digiuno non è molto rigido, a eccezione del giorno della vigilia, quando si mangia solo grano lesso e frutta. Questo periodo termina con la solenne Messa di mezzanotte. A Natale gli ortodossi offrono candele e germogli di grano e mangiano il pane benedetto. Non si fa il presepe, ma solo l'albero di Natale. Una candela accesa, che rappresenta la stella Cometa, annuncia al mondo la nascita di Gesù.
Condividi