La conosciamo col nome di barbaiada o anche barbajada e nel milanese è una bevanda di culto che accompagna le giornate dei meneghini sin dal 1800. Si tratta, di fatto, di un delizioso mix di panna, caffè e cacao amaro, con l’aggiunta di zucchero e latte intero, pochi ingredienti per un drink che scalda e corrobora.
Il nome di questo prodotto sembra venire da Domenico Barbaja, il suo inventore, che passò la giovinezza nei bar milanesi come garzone, per poi diventare agente musicale. La sua dolce bevanda era la bontà di punta del Caffè dei Virtuosi, un locale sito proprio accanto al Teatro alla Scala, dove gli appassionati di musica potevano sorseggiare una barbajada dopo i concerti.
La ricetta originale della barbaiada milanese pare fosse piuttosto liquida, fatta con latte montato, ma ad oggi, nei caffè meneghini che la servono, la si trova più densa, con l’aggiunta di panna. Di seguito la preparazione tradizionale di questa golosa bibita, che in inverno scalda corpo e spirito, ma si può bere anche fredda in estate.
La ricetta originale della barbaiada
In un pentolino versiamo il cacao amaro in polvere, aggiungendo a filo il latte intero e l’acqua, stemperandolo bene con una frusta durante le aggiunte. Il cacao dovrà essere ben amalgamato nel liquido e non devono affiorare grumi, solo a questo punto si può versare anche lo zucchero e mescolare nuovamente per scioglierlo.
Spostiamo il padellino sul fornello e portiamo a bollore sempre mescolando con la frusta, fino a quando non notiamo che la bevanda si è addensata e il liquido abbastanza ridotto. Ora possiamo togliere dal fuoco e addizionare la panna e il caffè, riportando poi sulla fiamma e ricominciando a mescolare.
Il risultato finale dovrà essere una bevanda più liquida della cioccolata calda, ma più densa di un semplice caffè. La barbaiada può essere versata nei bicchieri di vetro e decorata con un ciuffo generoso di panna montata.
Qualora volessimo seguire la tradizione milanese, accompagniamo la bevuta con una fetta di panettone. In questo modo sarà come fare un tuffo indietro nel tempo, quando la colazione a Milano si faceva in questa maniera.
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