Si chiama Sindrome del personaggio principale ed è una condizione che colpisce chi cerca di essere sempre chi non è. Chi ne "soffre" indossa ogni giorno una maschera perché ha paura del giudizio altrui. Questo atteggiamento viene enfatizzato oggi dai social network, che ci spingono sempre a mostrare chi non siamo, per ottenere consensi e like. La sindrome ci costringe a mostrarci diversi da chi siamo veramente.
Il nome deriva proprio dall'abitudine di vestire i panni di qualcun altro, quelli di un personaggio costruito a tavolino, seguendo una narrazione che abbiamo stabilito a priori per essere non chi siamo, ma chi gli altri si aspettano da noi. È come se vivessimo ogni giorno in un film o in un libro o, come sottolineano gli psicologi che stanno indagando il fenomeno, come se ogni nostra giornata fosse un nuovo episodio di una serie tv che abbiamo scritto per mostrarci al mondo.
Fingersi sempre qualcun altro e vestire i panni di chi non si è a lungo andare ci fa perdere il nostro senso di identità. Dietro questa patologia si nascondono insicurezze, paure, scarsa autostima, desiderio di compiacere, ricerca spasmodica dell'accettazione altrui. Pian piano iniziamo a credere di essere davvero quel personaggio che mostriamo ogni giorno agli altri, anche agli affetti più cari.
Per superare questa condizione bisogna iniziare a lavorare su se stessi, cominciare a credere nelle proprie capacità, farsi aiutare eventualmente da uno psicoterapeuta che possa permetterci di riconnetterci con il nostro io più profondo che abbiamo pian piano dimenticato, ma che è sempre lì ad aspettare, pronto a riemergere e a farsi valere. Non dobbiamo avere paura del giudizio degli altri: se ad alcune persone non piacciamo per chi siamo, meglio perderle che fingersi qualcun altro per lungo tempo. Circondiamoci solo di chi ci ama per chi siamo realmente, sempre e comunque.
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