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Quali sono le 4 fasi del burnout?

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Come si manifesta e come evolve il burnout?

Il burnout è un termine inglese che indica una situazione che solitamente si manifesta al lavoro e che si presenta nelle persone che hanno un lavoro che li tiene molto impegnati, soprattutto in ambito sociale. Di solito colpisce infermieri, psicologi, assistenti sociali, medici, ma anche insegnanti e poliziotti, ad esempio. Quali sono le 4 fasi del burnout da riconoscere per poter avviare subito tutti i rimedi possibili per stare meglio?

La sindrome da burnout (o burn-out o, ancora, burn out) è provocata dallo stress che deriva dal lavoro e colpisce le persone che sono a stretto contatto con individui che stanno soffrendo o hanno problematiche serie. Oggi si parla di questa condizione anche per altri lavori che non includono l'aspetto sociale, per delineare quando in un ambiente lavorativo tutto è organizzato male e il carico di lavoro è distribuito in modo non armonioso, ricadendo solo su poche persone che, alla fine, finiscono per soffrire di uno stress da lavoro correlato che le mette a rischio burnout.

Secondo gli esperti sono quattro le fasi della Sindrome da Burn-Out:

  1. Prima fase o fase dell'entusiasmo idealistico: il lavoro viene idealizzato dal lavoratore che investe tutte le energie nelle sue mansioni, nella speranza di riuscire a fare bene il suo incarico. In questa fase ci si sente onnipotenti, molto attivi, esaltati per quello che si fa, tanto da arrivare a sacrificare la propria vita famigliare e le relazioni sociali.
  2. Seconda fase o fase della stagnazione. Il lavoratore inizia ad accorgersi che quel lavoro non è come se lo immaginava, scontrandosi con problemi e difficoltà che non riesce ad affrontare. Non reagisce e affronta tutto in modo passivo o negativo, iniziando a provare un certo senso di delusione.
  3. Terza fase o fase della frustrazione: la sindrome si aggrava e il lavoratore inizia a sentirsi inutile e frustrato. Sente che i superiori, i colleghi e tutti coloro con cui ha a che fare non lo apprezzano per il suo impegno e crede di non avere la giusta formazione per quella mansione. Iniziano i pensieri negativi, i sintomi d'ansia, i comportamenti aggressivi e quelli passivi.
  4. Quarta fase o fase del disimpegno: il lavoratore inizia a provare un distacco apatico, fino a quella che gli psicologi definiscono la morte della professione. Non si ama più quello che si fa, si è delusi, insofferenti, intolleranti, indifferenti, ma ci si sente anche in colpa e si pensa di aver fallito.

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