Il nome botanico è Ipomea batatas, ma noi la conosciamo con il nome di patata dolce, un tubero dal sapore leggermente zuccherino, che si presta alla perfezione a molte ricette di cucina, sia per piatti salati sia per i dessert, a cui conferisce gusto e consistenza.
Ma è con i contorni che le patate dolci danno il meglio di loro stesse, in quanto ci permettono con pochissimo sforzo ed ingredienti, di preparare accostamenti saporiti, diversi dal solito, per piatti di carne o pesce, ma anche alimenti proteici vegetali, come il tofu.
Le patate dolci si cucinano esattamente come le cugine a pasta chiara. Le possiamo bollire a lungo con la buccia fino a che non sono ben morbide, per poi spellarle e trasformarle in un ottimo purè, unendole a un filo di burro e latte e insaporendole con sale e pepe. Lavoriamole molto per fare in modo che la crema sia priva di grumi.
In realtà, vista la pasta soda, le patate dolci si prestano alla perfezione per essere cucinate in padella o al forno, per un contorno classico ma dal gusto più particolare. È preferibile fare una pre-bollitura in acqua calda con la buccia, per poi spellarle, tagliarle e utilizzarle per la ricetta stabilita.
Se le facciamo in forno, possiamo tagliarle a fette spesse, da irrorare con olio extravergine di oliva e insaporire con sale, paprika e aglio. In padella saltiamole con solo olio e saliamole soltanto alla fine, quando saranno belle croccanti all'esterno.
Il modo migliore per avere un contorno di patate dolci superlativo è tuttavia la frittura. La patata dolce fritta è gustosa, profumata e ha una consistenza pastosa che si scioglie in bocca, il tutto a contrasto con la crosticina esterna sfiziosa.
Tagliamole a tocchetti o bastoncini grossi e facciamo friggere in olio di semi di girasole bollente per qualche minuto, dopo di che lasciamo asciugare su un piatto coperto da fogli di carta assorbente e poi saliamo. Serviamo le nostre patate dolci fritte ben calde, accompagnandole con senape o maionese. Da evitare invece il ketchup, soprattutto quello confezionato, che solitamente è molto zuccherino e rischia di rendere ancora più dolce la patata.
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