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Vivace o iperattivo?
Avere per casa una piccola peste è sicuramente tra i “rischi” che una mamma mette in previsione! Bambini vivaci al punto da risultare ingestibili nonostante le migliori intenzioni dei genitori ce ne sono molti ma bisogna fare attenzione alla sottile linea che separa un bambino semplicemente “scatenato” da un bambino iperattivo perché affetto da Adhd ovvero Sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
Si tratta di un vero e proprio disturbo comportamentale caratterizzato da iperattività e impulsività accanto a mancanza di attenzione e concentrazione. È un problema che può essere transitorio e passeggero se diagnosticato per tempo e trattato nel modo opportuno, tuttavia la situazione può farsi più difficile e portare con sé, in una sorta di reazione a catena, altri problemi come disturbi dell’apprendimento e depressione.
Circa il 4% dei bambini è affetto da questa sindrome, nella maggior parte dei casi si tratta di maschietti. Ma prima di allarmarsi per nulla vediamo quali sono i sintomi di questo disturbo e quali le differenze con una situazione di vivacità che va solo gestita rivedendo il proprio modo di educare i figli.
I sintomi
Diagnosticare l’Ahdh non è sempre semplice. Tuttavia alcuni sintomi possono essere:
- la difficoltà nello stare fermo ed ascoltare per più di 15-20 minuti, soprattutto dopo i 4 anni. Questa disattenzione, accompagnata da incapacità di restare fermi, deve perdurare per più di 6 mesi e persistere in varie situazioni per essere considerata un valido sintomo di Adhd;
- altro campanello d’allarme: il bimbo, già iperattivo e disattento, viene emarginato dai coetanei ed è poco inserito nelle varie occasioni di confronto. Un bimbo con questo disturbo non riesce infatti a portare a termine nessun gioco con gli amici a causa della sua incapacità di concentrarsi e finire un’attività, o di rispettare le regole del gioco. Gli altri bambini spazientiti da questo suo comportamento tenderanno ad escluderlo e lui, essendo a disagio, sarà “appiccicoso”, aggravando la situazione con i coetanei;
- a scuola il percorso è particolarmente difficile: il bambino fatica a seguire ordini complessi e non riesce ad apprendere come gli altri e tenere il passo della classe.
Cosa fare?
Se tutte le situazioni descritte nella scheda precedente ti sono familiari il tuo bimbo potrebbe essere iperattivo. Rivolgiti al tuo pediatra che saprà indicarti uno specialista competente per analizzare e affrontare la situazione. Cerca anche di instaurare un buon dialogo con gli insegnanti del tuo bambino, per capire come si comporta a scuola e quali sono le sue criticità di fronte alle regole, alle lezioni e ai compagni. A volte si rivela utile la permanenza del bimbo per un anno in più alla scuola materna, per cercare di “innalzare” gradualmente la sua soglia di attenzione o, alla scuola elementare, l’affiancamento da parte di un insegnante di sostegno.
In attesa di una diagnosi e una strategia dettata da uno specialista che cosa può fare una mamma? Innanzitutto non usare le sue stesse “armi”: non alzare la voce e non essere aggressiva. Visto che il bimbo ha scarsa attenzione se devi infliggergli una punizione cerca di essere chiara, evita metafore, e fai in modo che il castigo sia percepito come diretta conseguenza della marachella e non come una punizione a un modo di essere, che il piccolo vive già come un disagio.
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