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Come coltivare i bonsai?
Il bonsai è un'arte orientale. Il nome molto semplice, i due ideogrammi che la compongono sono infatti ‘bon’ (vassoio) e ‘sai’ (atto di coltivare), nascondo un’arte millenaria molto complessa e ricca di significati. Grazie all’arte del Bonsai siamo in gradi di creare veri e propri oggetti d’arte viventi.
Non solo quindi una tecnica di coltivazione o un passatempo, dietro questa splendida e millenaria arte, c'è molto di più: innanzitutto una filosofia che prevede cure e attenzioni in grado di rendere la pianta bella e armoniosa nelle sue dimensioni in scala ridotta.
L’arte del bonsai trova le sue origini in Cina, con un successivo perfezionamento in Giappone. Già la traduzione letterale del termine giapponese bonsai ‘piantato in vaso piatto’ indica le basi di questa antica tecnica: ottenere delle piante in miniatura con tutte le caratteristiche e le proporzioni delle piante normali. Per riuscire in questo intento è necessario osservare l’andamento del tronco e la disposizione dei rami e delle foglie della specie scelta nella sua crescita normale.
Alla base dell’arte del bonsai, dunque, c’è la scelta dello stile più adatto che si dimostra anche la parte più difficile per chi desidera avvicinarsi a questa tecnica. Vediamo insieme cinque degli stili principali tra i più di trenta a disposizione tra cui scegliere.
Stile eretto formale. L’immagine da ricreare è quella di un albero che cresce su una bassa collina o in pianura. Il tronco eretto, i rami grossi e una chioma abbondante.
Stile eretto informale. La forma è quella di un albero che per cause atmosferiche e naturali ha il tronco più curvo in diversi punti con i rami che crescono all’esterno di queste curve. La chioma è diradata nella parte bassa e più folta in quella alta.
Stile a cascata. Rispecchia un albero cresciuto su un dirupo roccioso che a causa del peso ha curvato il tronco verso il basso. La chioma, quindi, cresce sotto il livello del vaso.
Stile a scopa rovesciata. Con le sue radici possenti ricorda un albero secolare cresciuto in pianura con una chioma molto folta.
Stile su roccia. L’albero è cresciuto in zone impervie con poco terreno, che a causa delle piogge ha le radici principali esposte e aderenti alle rocce. Una variante è quella dell’albero cresciuto in una conca presente nella roccia che lo racchiude.
Vari tipi di bonsai
Non tutte le piante, però, possono ricevere lo stesso trattamento ma occorre distinguere tra quelle da esterno e quelle da appartamento.
Bonsai da appartamento. La posizione giusta per queste piante è in un luogo luminoso, preferibilmente su un tavolo alto o su uno scaffale, protetto dalle correnti d’aria, dagli sbalzi di temperatura e dalle fonti di calore. È sempre opportuno non mettere i bonsai vicino ad altre piante perché è sempre possibile che venga contagiato da parassiti. Quando avrai trovato la posizione perfetta è meglio evitare gli spostamenti. Le specie più adatte sono: ficus, carmona, serissa, frassino, melo e ulivo.
Bonsai da esterno. Le esigenze sono le medesime degli alberi che crescono in natura seguendo i ritmi stagionali. Evita, dunque, l’esposizione al gelo, ai venti forti e al calore eccessivo. In inverno, ad esempio, dovranno comunque essere portati in un luogo riparato ma con una temperatura non troppo alta che potrebbe essere fatale alla pianta. Le specie più adatte sono: conifere, latifoglie, sempreverdi, pini, aceri, olmi, querce e ginepri.
L'obiettivo è guidare le piante ad assumere la forma e dimensioni volute, pur rispettandone completamente l'equilibrio vegetativo e funzionale. I bonsai si dividono in categorie in base all'altezza. Fino a 5 cm si chiamano keshitsubu, fino a 10 cm prendono il nome di mame o shohin, komono quando misurano fino a 20 cm e katade-moki se sono oltre i 40 cm.
I chumono, invece raggiungono i 90 cm e i più alti in assoluto gli omono arrivano anche a 1 metro. Un vero spettacolo della natura.
Come iniziare a coltivare i bonsai
Molti credono che coltivare un bonsai sia un’arte complessa e difficile, in realtà basta un po’ di pazienza e la giusta dose di cura. Il bonsai sostanzialmente ha bisogno dello stesso tipo di cure di qualsiasi altra pianta anche se queste, data la loro delicatezza, devono essere particolarmente attente e precise.
Importante è iniziare con la giusta collocazione, se è una pianta da interno non dovrà essere posizionata vicino a eccessive fonti di calore, ma con una sufficiente illuminazione. Mentre se è un’essenza da esterno dovremo assicurarci delle temperature che può sopportare e che ottenga una sufficiente quantità di luce, ma che sia anche al riparo dai raggi troppo diretti.
Le caratteristiche
Radici: la disposizione ideale è a raggiera, e deve essere visibile la parte di radici che penetra nel terreno, in modo da dare il più possibile la sensazione di forza e stabilità della pianta. Tronco: a seconda degli stili può essere eretto o curvilineo mentre la base chiamata in gergo piede, deve assottigliarsi gradualmente.
Rami: una chioma folta, la cui forma tipica è a triangolo, ha i più rami grossi devono guardare lateralmente e posteriormente per dare profondità e tridimensionalità e i più piccoli, frontalmente e superiormente per creare i cosiddetti palchi.
Il primo bonsai
Chi desidera avere in casa un bonsai deve iniziare scegliendo i vasi giusti. Esistono, infatti, vasi specifici la cui lunghezza deve essere pari ai 2/3 dell’altezza della pianta mentre la profondità corrisponderà al diametro del tronco. Anche il materiale ha la sua importanza, dovrà essere di cotto, porcellano o gres.
1. Per il primo bonsai è consigliabile optare per un sempreverde come un pino o un abete da acquistare in vivaio qualsiasi. Poi, procurati un vaso di terracotta, gres o cotto, le forbici da potatura e la pinza rastrello.
2. Togli la pianta dal vaso di plastica e mettila sul fondo del contenitore dove dovrai precedentemente predisporre uno strato di terriccio universale, torba, ghiaia e sabbia. Copri con il terriccio e compatta per bene usando le mani.
3. Con le forbici inizia la potatura di formazione che dovrebbe essere fatta dall’inizio del riposo vegetativo fino a qualche giorno prima del risveglio primaverile.
4 - Elimina i rami che crescono opposti ad altri rami, i rametti secondari che puntano verso l’alto o verso il basso e quelli che coprono la visuale del tronco.
L’annaffiatura
L’annaffiatura del bonsai è un elemento molto importante e spesso la principale causa di fine prematura della pianta. Il fatto che il vaso sia più piccolo e contenga meno terra rispetto a una pianta normale, rende necessaria una maggiore attenzione, soprattutto d’estate.
Bisogna dunque attenersi alle esigenze specifiche del bonsai senza quella tolleranza che solitamente si applica nella cura delle piante. Tasta il terriccio con le dita per capire se è sufficientemente umido, e se necessario bagna il terriccio in modo uniforme con un diffusore a getto.
Le cure del bonsai
Non solo acqua, la nostra piccola pianta avrà bisogno anche del giusto nutrimento per essere rigogliosa e bella da vedere. Durante la primavera e l’autunno dovremo quindi provvedere alla fertilizzazione, ogni tipo di pianta avrà un concime adatto allo scopo.
Molto importanti anche i passaggi della potatura e del rinvaso, la prima in particolare è indispensabile per mantenere la pianta nelle sue dimensioni caratteristiche. Ogni due o tre anni è importante poi effettuare un rinvaso, occasione per potare le radici e sostituire il terriccio. Operazioni delicate che richiedono una certa esperienza.
Il simbolo della vita
Le foglie vanno tenute rigorosamente piccole con un'annaffiatura regolare e con la defogliazione ossia con l'eliminazione parziale o totale delle foglie, per far spazio alle nuove nate. L’apice del bonsai è considerato un simbolo della vita, acquista valore se presenta "jin" ossia legna secca, segno di lunga vita.
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