Come sei arrivata a New York City?
Mi ero trasferita per frequentare dei corsi di fotografia e fotogiornalismo. La mia seconda passione era lo yoga. New York è bellissima ma difficile e competitiva e la pratica mi aiutava a mantenere un equilibrio. Negli States, lo yoga era già più legato al lifestyle rispetto alle scuole italiane che avevo frequentato, un po’ antiquate e nascoste negli scantinati. Attorno al 2006, stavo frequentando corsi di yoga in Australia e in Thailandia e ho sentito definitivamente che le pratica mi stava chiamando; così, quando è iniziata la recessione e il lavoro in fotografia non è più stato lo stesso, ho cominciato a pensare di farne la mia vita, anche professionale.
Ho frequentato il mio primo teacher training e ho iniziato subito a insegnare, cercando di creare le mie classi a Brooklyn. Distribuivo volantini a Williamsburg, dicendo a tutti: “Venite a fare yoga”. Nel 2010 ho continuato il mio percorso con Jivamukti – negli anni ’80 è stata la prima scuola di Vinyasa Yoga e già allora era ben inserita nel celebrity business. All’epoca, il perfezionamento per insegnanti costava 10mila dollari e non potevo permetterlo, però credo nel destino che in quel caso mi ha aiutato: ho trovato un lavoro come personal coach che è durato esattamente un anno ed è terminato quando ho finito il mio corso.
Quando hai aperto il tuo centro Vero Yoga NYC?
Ho aperto la mia scuola l’11 novembre 2011, perché l’undici è un numero spirituale, pieno di energia. Oggi il centro ha altri sette insegnanti oltre a me, ma allora lo yoga non era mainstream né in Italia né in US. Con gli anni di pratica, sono diventata a mia volta mentore di insegnanti ma posso dire con certezza che questo ambiente si è saturato negli ultimi tre anni: quando dieci anni fa dicevo di essere un’insegnante di yoga ricevevo degli sguardi straniti, mentre adesso sembra una professione molto cool.
Come hai sviluppato la tua attività di insegnante?
Nel 2015 sono diventata mamma. Modificando per un periodo l’attività e l’impegno, ho pensato di separare l’attività dello studio dal mio brand personale, così ho aperto lindagataldello.com che include l’attività di coaching e, dal 2017, anche The Rise Club.
Cos’è THE RISE CLUB?
È un hub di wellness on line; il nome è l’acronimo di Ristorata, Ispirata, Supportata ed Equilibrata. Ogni giorno osservo le donne: siamo specialiste nell’avere aspettative per il futuro e questo ci porta molta ansia. Con il metodo, cerco di coltivare l’idea del radicarsi nel presente e nel proprio corpo, usando 4 strumenti: yoga, meditazione, fitness spirituale e life coaching. Si possono seguire i corsi da casa propria – tutti i giorni – seguendo tutta la pratica (che dura circa due ore ed è composta dalle quattro sessioni di coaching) o seguendo solo una sessione specifica in base al tempo o alla necessità.
Che importanza hanno per te i social?
Moltissima, perché The Rise Club è quasi tutto online e il corso prevede una community - un gruppo segreto su Facebook - di riscontro personale, dove do costantemente consigli personali e supporto. L’idea è quella di far parlare tra di loro i partecipanti. Poi ci sono i live: ogni settimana alle 21 italiane del mercoledì, The Rise Club è in diretta aperto e gratuito; poi resta visibile su Instagram nelle stories o sulla mia pagina personale. Persino la mia attività di mentore – faccio corsi di 50 ore – possono essere seguiti in Skype. Sono tutti strumenti essenziali ma che bisogna saper calibrare, perché se la un lato aprono tante porte, dall’altro assorbono moltissimo tempo.
Cosa significa lo yoga per te?
È uno stile di vita, non solo pratica sul materassino: come pratichiamo è la metafora di come viviamo nella vita tutti i giorni. Lo yoga è l’unione tra corpo, mente e spirito e la possibilità di portare questa unione nella quarta dimensione. Per questo motivo ho aggiunto altri strumenti al mio metodo; non c’è solo la parte di fitness ma anche un coaching personale e di esercizio spirituale, l’aromaterapia, il lavoro con il suono e con il respiro. È tutto collegato e per stare bene tutte le dimensioni devono essere in armonia.
Che progetti hai per il futuro?
Il metodo The Rise Club diventerà un libro e voglio approfondire la problematica delle donne in relazione al cibo e ai disturbi alimentari. Yoga Studio si amplierà e vorrei continuare a volare tra NY e l’Italia, portando con me le novità del wellness per farle recepire anche al pubblico italiano.
A breve uscirà anche la seconda stagione del mio podcast e nel frattempo ho cominciato un ulteriore periodo di studio e perfezionamento con Catonah Yoga il cui approccio assorbe principi taoisti, medicina cinese e geometria sacra.
Cosa consiglieresti a chi ama così tanto lo yoga da volerne fare la propria vita?
- Cerca di capire perché vuoi diventare insegnante.
- Devi aver praticato in maniera solida per almeno 3 anni e conoscere bene il tuo corpo. Sarebbe meglio provenire già da una disciplina fisica, ad esempio la danza.
- Trova un mentore certificato che ti guidi.
- Scegli la tua linea di studio e capisci chi sono i tuoi maestri. La nuova tendenza è fusion: ibridare stili e filosofie è importante perché permette di far evolvere le tecniche, tuttavia è necessario continuare ad aggiornarsi e conoscere bene le proprie radici.
- Dedicati alla tua crescita personale, non solo alla pratica dello yoga ma anche allo studio delle materie che lo influenzano e che sono complementari. Cerca di avere più strumenti culturali possibile per insegnare.
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