Brigitte Bardot è sicuramente una delle donne che hanno rappresentato la vera bellezza iconica del XX secolo. Per dare uno sguardo – e farti ispirare ancora una volta, perché no! – alla vita e alla carriera di un mito, esce in libreria il volume Io, Brigitte Bardot a cura di Henry-Jean Servat (Mondadori).
Tra le pagine della prima autobiografia illustrata sono raccolte 250 immagini tra le più significative della sua vita pubblica e privata, tra cinema, moda e scatti di una delle migliori stagioni per i paparazzi.
La storia - che comincia con una giovanissima Brigitte Bardot in cerca della sua strada verso il successo, in una Francia che si sta risollevando faticosamente dalle macerie del secondo dopoguerra - è raccontata grazie al giornalista Henry-Jean Servat, l'unico che abbia mai incontrato e intervistato regolarmente BB nel corso degli anni.
A 16 anni comincia a comparire pubblicamente nei panni di quella che oggi chiameremmo una "it girl": una bellissima ragazza di ottima famiglia che fa la modella per gioco sulle pagine di Elle. Con i primi film conquista il pubblico grazie alla sua bellezza, alla freschezza e all'aria sbarazzina che sembra ribaltare regole e canoni dello star system. Appare come una ragazza libera, naturale, che cerca di esprimere solo sé stessa in barba alle rigide convenzioni estetiche degli anni '50. In un lampo si ritrova ad incarnare uno dei sex symbol indiscussi del suo tempo.
Io, Brigitte Bardot rende omaggio al suo stile inconfondibile: gli abitini vichy, i pantaloni a sigaretta portati con le ballerine, gli azzardati bikini, il vaporoso chignon fintamente disordinato - la cosiddetta “choucroute” - o le trecce da ragazzina sottolineano una bellezza sfrontata e un corpo sensuale, messo in risalto dai vestiti che i maggiori couturier di Parigi crearono per lei con vitini di vespa, scollature vertiginose e spalle nude.
Che cos'è "lo stile Bardot"? Tanto per cominciare, non essere alla moda ma vestire per se stesse, con il proprio spirito. A Brigitte faceva sorridere il fatto che tutte volessero copiare abbinamenti totalmente casuali. Vestirsi o pettinarsi significava seguire solo la voglia del momento e, di certo, lei se lo poteva permettere. A Saint Tropez faceva girare la testa a tutti i ragazzi con il suo vitino di vespa, il broncio da gatta, i capelli lunghi. Indossava quello che lei stessa sceglieva. La sua immagine fuori e dentro i film era priva di affettazione e BB sembrava arrogarsi il diritto di dire e fare ciò che più desiderava. Questo atteggiamento rispecchiava magicamente quella nuova corrente dei "fifties" che esaltava la giovinezza, come nel caso di Marlon Brando, Marilyn e James Dean. Nel libro - in un'intervista unica, dal momento che da anni si nega ai fotografi e rifiuta ogni dichiarazione - non esita a dire: “lo stile, sono io”. Eppure non si reputava innovativa, faceva solo quel che voleva, al punto che nei film spesso i costumi di scena erano abiti di sua proprietà.
Sai quando nasce la mania collettiva per il tessuto Vichy? Nel 1959, quando BB si sposa in seconde nozze con Jacques Charrier, indossa un abito corto a quadretti bianchi e rosa, ideato dallo stilista Jacques Esterel. L'immagine fa il giro del mondo e lancia una moda indimenticabile. E sapevi che le celebri ballerine Repetto, che continuano a essere di gran moda declinate in tutti i colori, sono state disegnate per lei?
Brigitte oggi sarebbe definita una trend setter. Inventava le mode senza seguire mai la moda e talvolta dava scandalo. È stata la prima a entrare in pantaloni all'Eliseo, invitata dal generale de Gaulle, e una delle prime a mescolare con grande disinvoltura abiti d'alta moda e capi scovati in negozietti sconosciuti o da Monoprix.
Che ne è stato del suo incredibile guardaroba, accumulato in anni di cinema, servizi fotografici ed eventi mondani? È stato tutto venduto all'asta per ricavare il denaro necessario a costituire la fondazione che porta il suo nome, impegnata nella protezione degli animali.
Infatti, come di certo già saprai, oggi Brigitte Bardot vive ritirata dalla scena pubblica a Saint Tropez. Animalista convinta, ha portato avanti con coraggio il suo impegno con la stessa coerenza con cui ha vissuto gli anni del glamour. Come disse di lei Marguerite Yourcenar, BB "era così bella e aveva avuto un tale successo nei suoi ruoli di donna oggetto che avrebbe potuto accontentarsi", invece ha voluto contribuire alla difesa della natura con una tale convinzione da essere stata spesso bersaglio d'ironia.
Tra le star sue coetanee, la Bardot è stata una delle poche a non ricorrere alla chirurgia plastica. Ha lasciato che il tempo lasciasse il suo segno e questa – ancora una volta – è stata una decisione che dice molto a proposito della sua libertà mentale e del suo anticonformismo.
Foto di copertina © Cinémathèque française
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