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Se è vero che tre mesi lontano dai banchi sono tanti, è anche vero che le nozioni imparate durante l'anno non vanno totalmente perse: le vacanze servono infatti per far riposare i bambini che arrivano da nove mesi di impegno scolastico, un impegno che crea stress e tensione. Dare i compiti per le vacanze estive, dunque, serve oppure è solo una gran scocciatura che mette in difficoltà le famiglie? Le ragioni del sì e quelle del no ci permettono di capire che, in fondo, fare qualcosa non è male durante la pausa estiva.
Come affrontare i compiti per le vacanze estive
Gli psicologi consigliamo di lasciare al bambino due settimane di riposo completo e, successivamente, di cercare di dare continuità agli esercizi: un metodo potrebbe essere quello di fissare un'ora un paio di giorni alla settimana per leggere o scrivere o fare altri esercizi consigliati dai professori. Un'attività piacevole potrebbe essere quella di tenere un diario in cui scrivere le esperienze fatte durante l'estate: un modo alternativo per allenare la memoria ed esercitarsi a rielaborare le esperienze vissute.
Dobbiamo tenere in considerazione il fatto che le dinamiche di apprendimento non vanno mai in vacanza: a cambiare sono solo i contesti, i ritmi e le metodologie. Ed allora utilizziamo le esperienze estive per permettere a nostro figlio di fare esercizio senza fatica: ad esempio lo scontrino del supermercato è un ottimo strumento per mettere alla prova le sue conoscenze matematiche, il compagno stranero di ombrellone può aiutarlo a ricordare i rudimenti della lingua inglese appresi a scuola, una gita in montagna lo aiuterà a sperimentare quello che ha appreso in scienze o a fare attività fisica.
Cosa fare a pochi giorni dall'inizio della scuola
La fine dell'estate è il periodo migliore per rinfrescare la memoria e riprendere i testi estivi previsti dalla scuola. Ecco alcuni suggerimenti per affrontare questo momento nel modo migliore:
- Evitiamo di ripetere in continuazione: "devi fare i compiti" : un tale atteggiamento non mette certo voglia di studiare, anzi può peggiorare la situazione con il rischio che il bambino arrivi a scuola già demotivato e di cattivo umore.
- Se abbiamo preferito che nostro figlio si divertisse durante queste vacanze, è arrivata l'ora di stabilire insieme a lui un impegno fisso, aiutandolo con una verifica, se necessaria, sui progressi fatti.
- Anche se mancano poche settimane all'inizio della scuola, resistiamo alla tentazione di completare i compiti al suo posto o, se nostro figlio si trova molto indietro, di spingere più del dovuto. Puntiamo piuttosto su quelle materie che risultano più "indigeste": un ripasso lo aiuterà a riprendere i concetti appresi e ad affrontare la ripresa della scuola con maggiore sicurezza.
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