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Ricordiamo il 25 aprile con le lettere di giovani condannati a morte della Resistenza italiana. Si tratta dei messaggi scritti da uomini e donne, partigiani che vennero catturati dai fascisti o dai nazisti.
Libri e letture sulle lettere di condannati a morte della Resistenza italiana
L'omonimo volume, "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana", raccoglie le missive e i messaggi di 112 partigiani e patrioti che sanno o presagiscono di dover morire.
Nel libro curato da Pietro Malvezzi e Giovanni Pirelli per Einaudi, le lettere sono accompagnate da brevi note biografiche. I curatori precisano che "tutti gli autori delle lettere furono «giustiziati». In questo termine vengono compresi anche taluti che non arrivarono davanti al plotone d'esecuzione perché già uccisi dalle torture, o perché s'erano uccisi".
Un altro libro è "Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma", Mursia Editore, a cura di Mario Avagliano e Gabriele Le Moli. Il volume è incentrato sulla "corrispondenza dei protagonisti dalle carceri di via Tasso e di Regina Coeli".
Per quanto riguarda i materiali audiovisivi, su Rai Play Sound, puoi ascoltare gli Speciali di Radio3 - Lettere della Resistenza; inoltre puoi consultare il Web Doc sul 25 aprile a cura del portale web di Rai Storia.
Le lettere di condannati a morte della Resistenza italiana
Per il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo, rileggiamo alcune lettere:
Achille Barilatti, 22 anni, fucilato il 23 marzo 1944 senza processo
Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per
la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il
mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di
Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.
Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia.
Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria
celeste.
Viva l'Italia libera!
Achille
Irma Marchiani, 33 anni, fucilata il 26 novembre del 1944
Prigione di Pavullo, 26.11.1944
Mia adorata Pally, sono gli ultimi istanti della mia vita. Pally adorata ti dico a te saluta
e bacia tutti quelli che mi ricorderanno. Credimi non ho mai fatto nessuna cosa che
potesse offendere il nostro nome. Ho sentito il richiamo della Patria per la quale ho
combattuto, ora sono qui... fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto
mi era possibile affinché la libertà trionfasse.
Baci e baci dal tuo e vostro Paggetto
Vorrei essere seppellita a Sestola.
Bruno Frittaion, 19 anni, fucilato il 1° febbraio del 1945
31 gennaio 1945
Edda
voglio scriverti queste mie ultime, e poche righe. Edda, purtroppo sono le ultime sì, il
destino vuole così, spero ti giungano di conforto in tanta triste sventura.
Edda, mi hanno condannato alla morte, mi uccidono; però uccidono il mio corpo non
l'idea che c'è in me. Muoio, muoio senza alcun rimpianto, anzi sono orgoglioso di
sacrificare la mia vita per una causa, per una giusta causa e spero che il mio sacrificio
non sia vano anzi sia di aiuto nella grande lotta. Di quella causa che fino a oggi ho
servito senza nulla chiedere e sempre sperando che un giorno ogni sacrificio abbia il
suo ricompenso. Per me la migliore ricompensa era quella di vedere fiorire l'idea che
purtroppo per poco ho servito, ma sempre fedelmente.
Edda il destino ci separa, il destino uccide il nostro amore quell'amore che io nutrivo
per te e che aspettava quel giorno che ci faceva felici per sempre. Edda, abbi sempre
un ricordo di chi ti ha sempre sinceramente amato. Addio a tutti.
Addio Edda
Franca Lanzone, 25 anni, fucilata il 1° novembre 1944, senza processo
Caro Mario,
sono le ultime ore della mia vita, ma con questo vado alla morte senza rancore delle ore vissute.
Ricordati i tuoi doveri verso di me, ti ricorderò sempre
Franca
Cara mamma, perdonami e coraggio. Dio solo farà ciò che la vita umana non sarà in grado di adempiere. Ti bacio. La
tua
Franca
Armando Amprino, 20 anni, fucilato il 22 dicembre 1944
Dal carcere, 22 dicembre 1944
Carissimi genitori, parenti e amici tutti,
devo comunicarvi una brutta notizia. Io e Candido, tutt'e due, siamo stati condannati a morte. Fatevi coraggio, noi siamo
innocenti. Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani. Io sono sempre vicino a voi.
Dopo tante vitacce, in montagna, dover morir cosí... Ma, in Paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e
pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina.
Vado alla morte tranquillo assistito dal Cappellano delle Carceri che, a momenti, deve portarmi la Comunione. Andate
poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito. Pregate per me. Vi chiedo perdono, se vi ho dato dei dispiaceri.
Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po' di denaro. Prendetelo e fate dire una Messa per me. la
mia roba, datela ai poveri del paese. Salutatemi il Parroco ed il Teologo, e dite loro che preghino per me. Voi fatevi
coraggio. Non mettetevi in pena per me. Sono in Cielo e pregherò per voi. Termino con mandarvi tanti baci e tanti
auguri di buon Natale. Io lo passerò in Cielo. Arrivederci in Paradiso.
Vostro figlio Armando
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