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Octavio Paz: 6 poesie da leggere a 25 anni dalla morte

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La selezione di peosie di Octavio Paz

Indice dell'articolo

Octavio Paz ci ha donato poesie d'amore e poesie di vita: versi a volte sensuali, a volte filosofici, per una poesia che, dopo la fase di denuncia, vuole essere "conoscenza, salvezza, potere e abbandono", "operazione capace di cambiare il mondo". A 25 anni dalla sua morte, rileggiamo alcuni componimenti.


Octavio Paz: chi è

Il poeta e saggista messicano nasce nel 1914 e muore nel 1998 a Città del Messico. Intellettuale di spicco dell'America Latina, ha ricoperto diversi incarichi diplomatici. Nel 1968 si dimette dall'incarico di ambasciatore in India per protesta contro il massacro degli studenti a Città del Messico. Nel 1990 riceve il Premio Nobel per la letteratura.


Octavio Paz: opere e libri

Octavio Paz ha scritto poesie e saggi, ricordiamo alcune raccolte poetiche:

  • Luna Silvestre;
  • Libertad bajo palabra;
  • Salamandra;
  • Viento entero.


Octavio Paz: le poesie

Ecco la selezione di 6 componimenti, per il 25esimo anniversario della sua morte.

La vita semplice

Chiamare il pane pane e che appaia
sulla tovaglia il pane quotidiano;
dargli al sudore il suo e dargli al sonno
al breve paradiso e all'inferno
e al corpo e al minuto quello che chiedono;
ridere come il mare ride, il vento ride, àsenza che a risata risuoni a vetri rotti;
bere e nell'ubriachezza afferrare la vita,
ballare il ballo senza perdere il passo;
toccare la mano di uno sconosciuto.

 

vado per il tuo corpo come per il mondo,
il tuo ventre è una piazza assolata,
i tuoi seni due chiese dove officia
il sangue i suoi misteri paralleli,
i miei sguardi ti coprono come edera,
sei una città che il mare assedia,
una muraglia che la luce divide
in due metà color pesca,
una landa di sale, rocce e uccelli
sotto la legge del mezzogiorno assorto,


vestita del colore dei miei desideri
come il mio pensiero vai nuda,
vado per i tuoi occhi come per l’acqua,
le tigri bevono sonno in quegli occhi,
il colibrì si brucia in quelle fiamme,
vado per tua fronte come per la luna,
come la nube per il tuo pensiero,
vado per il tuo ventre come per i tuoi sogni,


Destino del Poeta

Parole? Sì, di aria
e nell'aria perdute.
Tu lascia che mi perda tra parole,
lasciami essere aria su labbra,
un soffio vagabondo senza sagoma,
breve aroma che l'aria disperde.
Anche la luce in se stessa si perde.


Nuovo volto

La notte cancella notti sul tuo volto,
sparge unguenti sulle tue palpebre secche,
brucia sulla tua fronte il pensiero
e oltre il pensiero la memoria.

Fra le ombre che ti annegano
su un altro volto albeggia.
E sento che al mio fianco
non sei tu la dormiente,
ma la bimba che sei stata
e che attendeva solo che dormissi
per tornare e conoscermi.


Madrigale

Più trasparente
di quella goccia d'acqua
tra le dita del rampicante
il mio pensiero tende un ponte
da te stessa a te stessa

Guardati
più reale del corpo che abiti
ferma in mezzo alla mia fronte

Sei nata per vivere in un'isola

 

Tra l’andarsene e il restare dubita il giorno,
innamorato della sua trasparenza.
La sera circolare è già baia:
nel suo quieto viavai oscilla il mondo.
Tutto è visibile e tutto è elusivo,
tutto è vicino e tutto è intoccabile.
I fogli, il libro, il bicchiere, la matita
riposano all’ombra dei loro nomi.
Palpitare del tempo che nelle mie tempie ripete
la stessa ostinata sillaba di sangue.
La luce fa del muro indifferente
uno spettrale teatro di riflessi.
Nel centro di un occhio mi scopro;
non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.
Si dissipa l’istante. Senza muovermi,
io resto e me ne vado: sono una pausa.

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