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Le poesie per i cani che non ci sono più, ci colpiscono nel profondo e sono ancora più commoventi se le rileggiamo per le occasioni speciali, le giornata mondiale del cane del 26 agosto, l’anniversario della morte, quello della nascita o dell’arrivo del nostro amico a quattro zampe.
Le poesie sui cani, infatti, riescono a esprimere tutto l’amore che ci lega ancora a loro, tutto quello che hanno rappresentato e rappresentano per noi nonostante il passaggio per il Ponte dell’Arcobaleno, che in effetti può essere un simbolo del legame.
Ecco i versi da dedicare ai cani morti che vogliamo ricordare e celebrare:
Il mio cane è morto di Pablo Neruda
Il mio cane è morto.
Lo sotterrai nel giardino
insieme ad una vecchia macchina ossidata.
Lì, non più sotto,
ne più sopra,
si unirà con me un giorno.
Ora ormai se ne è andato col suo pelame,
la sua maleducazione, il suo naso freddo.
Ed io, materialista che non crede
nel celeste cielo promesso
per nessun umano,
per questo cane o per ogni cane
credo nel cielo, sì, credo in un cielo
dove io non entrerò, però lui mi attende
ondulando la sua coda di ventaglio
perché io al giungere abbia amicizie.
Ahi, non dirò la tristezza sulla terra
di non averlo più per compagno
perché mai fu per me un servitore.
Ebbe verso me l’amicizia di un riccio
che conservava la sua sovranità,
l’amicizia di una stella indipendente
senza più intimità dell’essenziale,
senza esagerazioni:
non si arrampicava al mio vestiario
coprendomi di peli o di acari,
non strofinava contro il mio ginocchio
come altri cani ossessivi.
No, il mio cane mi guardava
dandomi l’attenzione necessaria,
l’attenzione necessaria
a far comprendere a un vanitoso
che essendo cane lui,
con quegli occhi, più puri dei miei,
perdeva il tempo, ma mi guardava
con lo sguardo che mi riservò
tutta la sua dolce, la sua pelosa vita,
la sua silenziosa vita,
vicino a me, senza mai importunarmi,
e senza chiedermi nulla.
Ahi quante volte volli avere coda
andando unito a lui per le rive
del mare, nell’Inverno di Isla Negra,
nella grande solitudine: in alto l’aria
trapassata di uccelli glaciali
e il mio cane che saltava, irsuto, colmo
di voltaggio marino in movimento:
il mio cane vagabondo e fiutante
inalberando la sua coda dorata
fronte a fronte all’Oceano e alla sua spuma.
Allegro, allegro, allegro
come i cani sanno essere felici,
senza nient’altro, con la tirannia
della natura sfrontata.
Non c’é addio al mio cane che è morto.
E non c’é né ci fu menzogna tra di noi.
Già se ne andò e lo interrai, e questo era tutto.
Un angelo di autore ignoto
Ero vicino al tuo letto la scorsa notte.
Ero venuto a dare un'occhiata.
Ho visto che stavi piangendo
e non riuscivi a prendere sonno.
Ho uggiolato piano piano quando hai
asciugato una lacrima dal tuo viso,
" Sono io,non ti ho lasciata, e' tutto a
posto, sto bene, sono qui ".
Ero vicino a te a colazione, e ti ho
guardata versare il caffè,
stavi pensando a quante volte le tue
mani mi avevano accarezzato.
Ero con te nei negozi oggi, le tue braccia
erano doloranti ,"
ed io avrei voluto portare i tuoi pacchi,
ma non ho potuto
Ero con te oggi quando sei andata
alla mia tomba,
te ne prendi cura con molto amore.
Voglio rassicurarti, io non sono là .
Ho camminato con te per la casa mentre
cercavi le tue chiavi,
ti ho toccata con la zampa, ho sorriso e
ti ho detto ."Sono io".
Sembravi molto stanca e triste seduta
su quella sedia,
ed io ho cercato con tutte le mie forze
di farti sentire che ero lì, vicino a te.
Per me e' possibile starti cosi vicino,
sempre.
e dirti :"Non me ne sono mai andato ".
Eri seduta tranquilla, poi hai sorriso,
penso che tu sapessi....
che, nella quiete della sera, io ero
molto vicino a te.
Il giorno e' finito...,
sorrido e ti guardo sbadigliare,e ti dico :
"Buonanotte, che il Signore ti benedica,
ci vediamo domattina".
E quando arriverà il momento
in cui tu attraverserai il breve spazio che ci divide,
io ti correrò incontro per darti il benvenuto,
e resteremo fianco a fianco.
Ho molte cose da mostrarti,
e ci sono molte cose da vedere per te.
Sii paziente, arriva fino alla fine del tuo viaggio...
e poi vieni a casa,
vieni da me.
Ricordi Di Virginia Ellis
Oh, piccolo amico, ricordi
quando hai fatto di questa casa la tua casa?
Eri solo una palla di peluria,
cresciuta nemmeno a metà.
Hai inciampato quando hai imparato a camminare,
era difficile guidare quattro gambe;
Hai imparato a sederti, a restare, e a venire,
e, naturalmente, hai imparato a chiedere.
Amavi quelle passeggiate che facevamo,
non ti sei mai allontanato da me;
E se tiravo fuori le chiavi della macchina,
eri pronto per un giro.
Hai percepito quando ero felice,
o mi sentivo un po' giù;
Ti strofinavi contro il mio ginocchio,
sembravi sempre saperlo.
Andresti a prendere una palla o un giocattolo,
senza nemmeno che ti venga detto;
Ma il tuo viso era avvilito,
se sentivo il bisogno di sgridarmi.
Hai trovato il mondo esterno emozionante,
ricordi la tua prima neve?
Non saresti tornato in quella casa,
perché l'amavi così tanto.
Andare dai veterinari per le iniezioni,
immagino fosse la tua più grande paura;
Sembrava che conoscessi ogni data prevista,
anche se ci andavi solo una volta all'anno.
Avevi paura anche dei fulmini
e dei temporali violenti;
Correvi e saltavi sul mio letto,
dove era sicuro e caldo.
Non mi sono mai sentito solo,
finché eri qui;
Eri ai miei piedi o sulle mie ginocchia,
eri costantemente vicino.
Oh, mi mancherai,
su questo non ci sono dubbi;
Ma, piccolino, perché il tuo dolore finisse,
ho dovuto rimandarti indietro.
Adesso tornerai in paradiso,
da dove molto tempo fa sei venuto;
Verrai accolto di nuovo da Dio stesso,
che conosce il tuo nome da cagnolino.
Penso che ci siano dei frisbee lassù in paradiso,
e giocattoli di gomma che cigolano;
E angeli che giocheranno con te,
E bambine e bambini.
Ma non ci saranno temporali,
né veterinari che sparano lassù;
Non avrai nemmeno bisogno del guinzaglio,
correrai libero nell'aria di Dio.
E quando il mio tempo sulla terra sarà finito,
e alle porte del paradiso sarò vicino,
non voglio arpe o corni,
solo... abbaiamenti felici da sentire.
Quindi, a più tardi, piccolo amico,
sono felice che ora tu non abbia più dolori;
E sono felice che tu sia seduto accanto a Gesù,
ora... mi aspetti proprio lì.
Testamento di un cane di autore anonimo
Amico mio, la mia eredità non è fatta di beni materiali, ma resteranno tuoi per sempre l’allegria, la gioia di vivere, il rispetto che spero di averti insegnato in tanti anni di vita in comune. Se sono riuscito a spiegarti cos’è l’amore di un cane e tu sarai capace di regalare un amore che gli assomigli anche solo un po’ – a qualsiasi essere vivente, uomo o animale che sia – spero di averti lasciato un bene inestimabile e scodinzolerò felice tra le nuvole. Una raccomandazione: non provare a dimenticarmi, non ci riusciresti… e non dire: “Basta animali, ho sofferto troppo”; se lo dicessi, vorrebbe dire che non ti ho lasciato nulla.
Se ti ho insegnato l’amore dimostramelo, offrendolo ad un altro animale: ti darà anche lui tenerezza, allegria ed ancora amore. E alla fine ti lascerà un testamento come questo. Cosa? Senza accorgertene, continuerai ad imparare e crescere, ed un giorno ci ritroveremo tutti insieme in un unico paradiso, perché non c’è un Paradiso per gli uomini ed un Paradiso per gli animali, ce n’è uno solo per tutti quelli che hanno imparato ad amare.
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