Quante volte ti sei chiesto fino a quando si è considerati bambini? Non esiste un'età che determina in maniera categorica il passaggio dall'età dell'infanzia a quella successiva, la delicata fase dell'adolescenza. Ovviamente il tutto varia da persona a persona e anche da epoca a epoca. Ma fino a che età, all'incirca, possiamo considerare i nostri figli bambini e quando forse è meglio smettere di chiamarli in questo modo e utilizzare un po' più generico ragazzi?
Le fasi della vita sono caratterizzate da diverse tappe evolutive:
- Neonato, il bimbo che va dalla nascita al 28esimo giorno dopo il parto
- Lattante, dal 29esimo giorno dopo il parto e fino allo svezzamento (intorno ai 6 mesi di età)
- Bambino o infante, dopo lo svezzamento. Questa è una fase molto lunga, che terminerà con la pubertà, quando inizierà l'adolescenza.
- Adolescente o ragazzo, la fase inizia con la pre pubertà. Se un tempo questo momento coincideva con lo spegnimento delle 13 o 15 candeline, oggi è un periodo che ha anticipato molto, visto che i bambini (ma soprattutto le bambine) diventano grandi sempre prima.
Dopo questa spiegazione è chiaro che fino ai 10 anni possiamo ancora chiamare "bambini" e "bambine" i nostri figli e le nostre figlie, sempre che non ci correggano. Mentre dagli 11 anni in poi, quando iniziano le scuole medie e la pre adolescenza inizia ad avere il sopravvento, inutile usare questo appellativo. Sono ragazzini e ragazzine che si affacciano al periodo più difficile della vita, quello dei teenager, passaggio obbligato per diventare giovani adulti ricco di tanti scombussolamenti che tutti ricordiamo molto bene.
Quindi meglio smettere di chiamarli bambini se non vogliamo ritrovarci di fronte sguardi di imbarazzo, soprattutto se li abbiamo chiamati così in mezzo ad altre persone o, peggio, loro coetanei.
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