Le frasi di Leonardo da Vinci ci restituiscono la poliedricità del genio: possiamo rileggere alcune citazioni per i 500 anni della sua morte. Il 2019, infatti, è l’anno del cinquecentenario dello scienziato e artista, nato il 15 aprile 1452 e morto il 2 maggio 1519.
Annotazioni e appunti di Leonardo Da Vinci comprendono aforismi, favole, profezie, facezie, considerazioni filosofiche e morali. Eccone, dunque, una selezione.
Frasi Leonardo da Vinci: 19 citazioni
Il cedro superbo
Il cedro, insuperbito della sua bellezza, dubita delle piante che li son d’intorno, e fattolesi torre dinanzi, il vento poi, non essendo interrotto, lo gittò per terra diradicato. (Favole)
La sapienza è figliola della sperienza.
Fuggi i precetti di quelli speculatori, che le loro ragioni non son confermate dalla isperienza
Studia prima la scienza, e poi séguita la pratica, nata da essa scienza
Quelli che s’innamoran di pratica senza scienzia son come ‘l nocchier ch0entra in navilio sanza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada.
Il paese in cui nascevano le più strane cose
Uno disse che in suo paese nasceva le più strane cose del mondo. L'altro rispose: "Tu che vi se' nato, confermi ciò esser vero, per la stranezza della tua brutta presenza" (Facezie)
L’umane opere fien cagione di lor morte . Le spade e le lance (Profezie)
Il povero e il signore
Uno povero omo fece intendere a uno usceri d’un gran signore come e’ dovessi dire al suo signore, che quivi era venuto un suo fratello, il quale avea gran bisogno di parlarli. Il quale usceri, avendo riferita tale imbasciata, ebbe comessione di dare l’entrata a tale fratello. Il quale giunto al cospetto del signore, li mostrò come, essendo tutti discesi dal gran padre Adam, ch’elli era suo fratello, e che la roba era mal divisa, e che lo pregava che cacciassi da lui tale povertà, perché a gran pena potea vivere di limosine. Allora il signore rispose ch’elli era ben lecito tale richiesta e domandò il tesorieri e feceli donare un soldo. Allora il povero ebbe grande ammirazione e disse ch’egli che quel non si richiedea a tal fratello. Allora il signore disse ch’egli avea tanti simili fratelli, che a dar tanto per ciascuno, che non li rimanea niente a lui, e che tal soldo era bastante a tal divisione di roba. E così con lecita licenzia lo divise da tal redità. (Facezie)
La palla di neve
La palla della neve quanto più rotolando discese delle montagne della neve, tanto più moltiplicò la sua magnitudine. (Favole)
De’ danari e oro.
Uscirà dalle cavernose spelonche chi farà, con sudore, affaticare tutti i popoli del mondo, con grandi affanni, ansietà, sudori, per essere aiutato da lui. (Profezie)
L’ATTIMO E’ FUGGEVOLE
L’acqua, che tocchi de’ fiumi, è l’ultima di quella che andò, e la rima di quella che viene: così il tempo presente.
E molti terrestri e acquatici animali monteranno fra le stelle E pianeti. (Profezie)
LA VITA LABORIOSA
Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.
Della crudeltà dell’omo
Vedrassi animali sopra della terra, i quali sempre combatteranno infra loro e con danni grandissimi e spesso morte di ciascuna della parte. Questi non aran termine nelle lor malignità; per le fiere membra di questi verranno a terra gran parte delli alberi delle gran selve dell’universo; e poi ch’e’ saran pasciuti, il nutrimento de’ lor desideri sarà di dar morte e affanno e fatiche e paure e fuga a qualunche cosa animata. E per la loro ismisurata superbia questi si vorranno levare inverso il cielo, ma la soperchia gravezza delle lor membra gli terrà in basso. Nulla cosa resterà sopra la terra, o sotto la terra e l’acqua, che non sia perseguitata, rimossa e guasta; e quella dell’un paese rimossa nell’altro; e ‘l corpo di questi si farà sepoltura e transito di tutti i già da lor morti corpi animati. O mondo, come non t’apri, e precipita nell’alte fessure de’ tua gran baratri e spelonche, e non mostrare più al cielo sì crudele e dispietato monstro! (Profezie)
Il persico invidioso
Il persico, avendo invidia alla gran quantità de’ frutti visti fare al noce suo vicino, diliberato fare il simile, si caricò de’ sua in modo tale, che ’l peso di detti frutti lo tirò diradicato e rotto alla piana terra. (Favole)
Naturalmente li omini desiderano sapere.
Delle lingue de ' diversi popoli.
Verrà a tale la generazione umana, che non SI ntenderà il parlare l 'uno dell'altro -- cioè un tedesco con un turco. (Profezie)
Della bugia.
Tutte le cose, che nel verno fien nascoste sotto la neve, rimarranno scoperte e palesi nell 'estate: - detta per la bugia, che non può stare occulta. (Profezie)
CONTRO IL PRINCIPIO DI AUTORITA’
Chi disputa allegando l’autorità, non adopra lo ‘negno, ma più tosto la memoria
La pietra scontenta della sua vita solitaria
Una pietra novamente per l’acque scoperta, di bella grandezza, si stava sopra un certo loco rilevata, dove terminava un dilettevole boschetto sopra una sassosa strada, in compagnia d’erbette, di vari fiori di diversi colori ornata, e vedea la gran somma delle pietre che nella a sé sottoposta strada collocate erano. Le venne desiderio di la giùlasciarsi cadere, dicendo con seco: «Che fo qui con queste erbe? Io voglio con queste mie sorelle in compagnia abitare.» E giùlassatosi cadere infra le desiderate compagne, finì il suo volubile corso; e stata alquanto cominciò a essere da le rote de’ carri, dai piè de’ ferrati cavalli e de’ viandanti, a essere in continuo travaglio; chi la volta, quale la pestava, alcuna volta si levava alcuno pezzo, quando stava coperta dal fango o sterco di qualche animale, e invano riguardava il loco donde partita s’era, innel loco della soletaria e tranquilla pace.
Così accade a quelli che nella vita soletaria e contemplativa vogliano venir a abitare nelle città, infra i popoli pieni d’infini[ti] mali. (Favole)
La penna e il temperino
Necessaria compagnia ha la penna col temperatoio e similmente utile compagnia, perché l’una sanza l’altro non vale troppo. (Favole)
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