I bambini si abituano facilmente all’acqua: l’importante è avvicinarli in modo graduale fin dai primi mesi di vita (dai 4 o 5 mesi d'età). In fondo per nove mesi hanno nuotato nel liquido amniotico per molti versi simile all’acqua.
I primi anni sono importanti affinché i piccolo acquisisca un buon rapporto e si senta a proprio agio in acqua portandolo uno o due volte a settimana in piscina, immergendolo con accanto mamma e papà, schizzandolo e facendolo entrare con la testa parzialmente in acqua.
Fino ai tre anni di età è bene scegliere i giochi ideali che lo tranquillizzino e contemporaneamente lo divertano. Un'idea é organizzarsi con palline e animaletti di gomma morbida: abituarlo ad aprire gli occhi per osservare sotto l’acqua mamma e papà che giocano con lui, magari cercando di afferrare il pupazzetto in gomma che lo preceda in superficie a pelo d’acqua.
Se il bimbo cammina possiamo divertirci con lui mentre è immerso fino alla vita, cercare di raccogliere un anello sul pavimento della piscina, incoraggiandolo ad abbassarsi almeno a coprire spalle e mento.
Anche saltare e fare tuffi in acqua può essere un’idea divertente. Basta che un adulto sia fuori e uno dentro l’acqua pronto ad afferrare il piccolo se si trova in difficoltà, una volta entrato.
Se è intorno ai due, tre anni, possiamo lanciare una pallina in acqua e stimolarlo a saltare fino al punto dove si trova la pallina per abituarlo a fare salti più lunghi.
Il tappetino o la tavoletta possono essere utili per imparare ad immergersi usando l’attrezzo come un tunnel sotto cui passare.
E’ consigliabile abituare il bimbo gradualmente e se perde di entusiasmo e non ha piacere a stare in acqua, accantonare i giochini fino a quando si mostrerà nuovamente entusiasta. Forzare è sempre controproducente e rischierebbe di annullare tutti i passi avanti in tema di acquaticità e ambientamento fatti fino a quel momento.
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