La cucina italiana e internazionale utilizza molto la farina doppio zero, gli amidi e le proteine di origine animale come addensanti per la maggior parte dei piatti dolci e salati. Tuttavia per ragioni etiche, di dieta o di salute, limitare o eliminare completamente questi ingredienti dal menù diventa spesso una necessità, costringendo a trovare soluzioni alimentari alternative.
Un buon sostituto in questi casi è la farina di semi di lino, che vanta un indice glicemico più basso rispetto al grano ed è un prodotto completamente vegetale, perciò può essere usato anche da chi segue una dieta vegana al posto di burro e uova.
Importante in questi casi è scegliere il prodotto giusto a seconda degli usi. Molti chef vegan adoperano il gel di semi di lino per le loro preparazioni, che si ottiene lasciandone in ammollo una cucchiaiata in un bicchiere di acqua per una notte.
Questo preparato è praticamente insapore e può essere utilizzato come addensante nelle ricette che prevedono un risultato solido, come torte o crostate. La farina di semi di lino può invece essere usata in maniera più eterogenea, sia per creme o salse, sia per le ricette dolci di cui sopra.
Per un plumcake o una ciambella basta un cucchiaio raso di prodotto ogni 300gr di farina, avendo cura di mixare bene i due ingredienti. Per addensare invece una crema o una salsa basta setacciare poca farina di semi di lino alla volta, facendo attenzione ad incorporare bene ogni aggiunta.
In base alla densità desiderata possiamo addizionare il prodotto più volte, sempre però ricordandoci che, a differenza del gel, un uso eccessivo di farina può modificare il sapore della nostra ricetta. Come dicevano i latini “in media stat virtus” e per gli amanti della cucina le cose virtuose sono fondamentali.
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