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La pita greca è un tipo di pane tondo, piatto, lievitato e realizzato con farina di grano. Insieme ad altri tipi di pani è un alimento fondamentale e tradizionale del Medio Oriente, del Mediterraneo, dell’Africa del Nord e dell’Afganistan. Sembra che sia originario dell’antica Siria ed è conosciuto con diversi nomi: pane siriano, arabo, libanese.
Prima di passare alla ricetta della pita greca, è importante un cenno sulle origini del nome di questo celebre pane. Molti linguisti attribuiscono la parola “pita” al moderno greco, altri pensano che derivi dall’ebraico (pat) pagnotta. Alcuni, invece, sostengono che la parola derivi dalla parola “pita”, che nel rumeno antico (parlato in alcuni periodi arcaici anche nel nord della Grecia) significa pane. Esiste poi una relazione tra pita e pitta, un pane piatto e con un buco al centro che viene ancora oggi utilizzato in Calabria e che indica, anche in generale, un prodotto da forno come ad esempio la “pitta ‘nchiusa”, una ciambella dolce imbottita di miele e frutta secca.
La pita greca è un pane morbido capace di assorbire grandi quantità di sughi e salse, come l’humus, ed è particolarmente indicato per avvolgere preparati a base di carne come il kebab o il gyros (parente stretto del kebab da cui differisci per la presenza di carne di maiale).
Il segreto della pita greca sta nella cottura. I dischi di pane vengono cotti a temperature notevolmente alte (circa 360°C). Questo determina una crescita veloce dei dischi che provoca la separazione dei due stati all’interno del pane. Ne risultano così delle “tasche” che possono essere farcite nei più svariati modi e con ogni sorta di companatico. È proprio questa caratteristica che ha reso famosa la pita greca anche nel mondo occidentale. Ovviamente con i forni casalinghi il massimo della temperatura a cui potrai cuocerlo è di 250°C, ma il risultato sarà ottimo comunque.
Eccoti, allora, la ricetta originale per realizzare il celebre pane greco con cui accompagnare carni e salse.
Pita greca: la ricetta originale
- Farina 500 g
- Acqua 320 ml
- Lievito di birra fresco 20 g
- Olio evo 25 g
- Zucchero 10 g
- Sale 10 g
Preleva un bicchiere d’acqua dai 320 ml indicati nella ricetta e scioglici dentro il lievito e lo zucchero. Mescola bene e lascia riposare per dieci minuti. Nella restante acqua versa l’olio e il sale.
Setaccia la farina in una terrina capiente e aggiungi poco per volta l’acqua in cui hai sciolto il lievito. Impasta e aggiungi l’acqua con l’olio e il sale. Impasta fino a quando avrai ottenuto un impasto morbido e liscio che si stacca facilmente dalle mani. Se occorre, aggiungi uno o due cucchiai di farina.
Forma una palla e lascia lievitare sotto a un canovaccio per circa due ore e mezza e comunque fino a quando non avrà raddoppiato il suo volume. Trascorso questo tempo, infarina le mani e il piano di cottura e ricava dall’impasto 10 palline. Schiacciale formando dischi uguali. I dischi dovranno avere all’incirca 15 cm di diametro e 0,5 cm di spessore. Adagiali su una placca da forno e spennellali con un poco d’acqua per non farli asciugare troppo. Lasciali lievitare ancora per circa 30 minuti. Inforna a 250°C per circa 5 minuti. Devono risultare dorati sotto e bianchi sopra. Per fare in modo che freddandosi non si induriscano, perdendo quindi la caratteristica morbidezza che consente di arrotolarli, mano a mano che li sforni, impilali uno sull’altro e chiudili in un contenitore. Il vapore li lascerà morbidi e soffici.
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